Douglas Dare ha ultimato le registrazioni del suo nuovo lavoro discografico dal titolo Aforger in arrivo il prossimo 14 Ottobre via Erased Tapes.
I dieci brani racchiusi nel secondo album sulla lunga distanza sono stati mixati presso gli Abbey Road Studios da Fabian Prynn e interpellato sulla creazione di testi e arrangiamenti il musicista ne parla durante una conversazione avuta con i tipi della label londinese: “Il titolo dell’album gioca con l’idea di “falsario” (in inglese Aforger significa appunto falsario, ndr) – qualcuno in grado di creare imitazioni o copie, reinventandole come il creatore di qualcosa che non è più vero. Prima di scrivere l’album, ho fatto outing a mio padre e sono venuto fuori da una lunga relazione, entrambe erano estremamente stimolanti per me mettendo in discussione la mia idea di identità e realtà. Questi pensieri trapelato nel disco e formano il nucleo di Aforger. Ero determinato a non scrivere un album che parlasse di relazioni lacerate o ripetere quello che avevo fatto in precedenza…” poi aggiunge “Liricamente volevo essere il più onesto possibile. L’album tratta con tanta disonestà così ho avvertito l’esigenza che le parole dovevano essere di contrappeso. Sono stato ispirato da Vulnicura di Björk, di come tutto il disco sia quasi imbarazzante nella sua onestà.
Come il mio primo album, Aforger inizia come una poesia, ma ho consapevolmente cercato di essere meno poetico. Per dire, “Oh padre” è un esempio di completa univocità. È sicuramente la canzone più personale che ho messo là fuori, e la consapevolezza che le persone possano avvertirlo mi fa sentire molto vulnerabile.” In streaming Douglas rilascia il pezzo che apre l’intero disco, il titolo è “Doublethink” ed è un chamber pop dalle sfumature leggermente melodrammatiche, puoi ascoltarlo nel player sottostante.
Aggiornamento 06/09/16: Come secondo estratto dal prossimo album Douglas sceglie “Oh Father”, pezzo in perenne agitazione emotiva data dall’intreccio di synth e pianoforte nonché uno dei brani che più toccano il la sfera personale del musicista inglese come lui stesso spiega “è certamente la canzone più personale che io abbia mai tirato fuori e il soggetto è una qualcuno di sensibile. Volevo qualcosa che non distogliesse l’attenzione dalla canzone stessa; i testi sono volutamente ambigui e diretti, così abbiamo scelto di fare una ripresa unica che intensificasse la canzone e non permettere allo spettatore di distrarsi. Il pubblico leggerà ciò che vuole per il video e, spero, anche per la canzone; per me sono entrambi onesti “. Il video, diretto da Jeremy Carne & Nikolas Kasinos, è nel secondo player in basso.