Nicola Manzan in arte Bologna Violenta, penso lo conosciamo tutti, in caso, per chi ancora non conoscesse questo progetto si consiglia caldamente l’ascolto di Discordia, l’ultima fatica di questo artista che in Italia si ritrova spesso e volentieri, ambasciatore di un genere musicale (a volte estremo) per pochi.
Bologna Violenta, ad oggi risulta essere un power duo strumentale formato da chitarra elettrica e batteria in cui si denota una certa diffidenza verso i canoni della forma canzone classica. “Discordia” probabilmente è l’album che dimostra più maturità rispetto ai suoi predecessori, ed un album politico, ma non quella che intendiamo noi, ai nostri giorni ma bensì delle emozioni umane, delle loro contraddizioni e della continua abnegazione delle personalità che sembrano sempre più cercare un conflitto che armonia e pace. Ma un album come quello di Bologna Violenta con brani da un minuto e mezzo e timpani rotti potrà mai parlare di pace? Probabilmente si. Come citato nel suo comunicato stampa: “Discordia è un disco che nasce dalle frustrazioni, da sogni infranti, da ingiustizie che alimentano ogni giorno l’odio per ciò che mi sta intorno”. Ed è proprio ciò che ci sta intorno che probabilmente la musica di Bologna Violenta vuole cambiare, senza probabilmente risse al supermercato, se si può.
L’album è stato arrangiato in maniera quasi orchestrale, seppur il genere potrebbe far sorgere sui dubbi sull’utilizzo di violini ed altro, ma Bologna Violenta è così, sperimentazione, sorprese e rivoluzione. Ci attendiamo grandi cose da artisti di questo calibro, sperando che qualche coscienza assopita, possa risvegliarsi.
(Lorenzo D’Antoni)
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