Dice di sé stesso che “è disponibile per battesimi e ai vostri figli feste di compleanno, ma solo se non tenete granchè ”, e con questo già la dice lunga circa la sua “extravaganza” artistica, il proprio isoscele modo di vedere/cantare il mondo su cui galleggia.
Felix Lalù – cantautore Non Palloso/One Man Boyband della Val Di Non – torna a increspare l’underground con Coltellate d’affetto, dodici tracce “sbilenche quanto ci basta” in cui tutto rotola, riversa, prende verticali e allunga direttrici in un diabolico “poetame” di storie, accadimenti e ricordi, uno di quei dischi “straordinari da guitti mid-seri” che sanno fornire una creatività concentrata di alchimie e favole svalvolanti di verità. Un po’ Beck (“Tutta Shanghai”), un Bugo armonico e un lontano Gaber fanno di Felix Lalù una bella novità espressiva, uno spuntare di lampi e genialità da un sottosuolo sonoro ingrigito, o meglio una bella concessione di personaggi e relative sfighe di contorno che prendono il cuore e l’udito a stampo.
Lui, una chitarra, loop, basi, campionatori, kazoo e un bel gruppetto di amici musicisti dentro un lavoro discografico fighissimo, lo spiritello di Rino Gaetano in “Cosa darei”, il blues strampalato (“Dinamita”), l’innesto della Battistiana Canzone del Sole nella schizofrenia di (“Omar è nero”) o il Vasco Rossi allampanato che viene fuori da “Pulp alpestre”, sono solo alcune avvisaglie di quello che vi aspetta una volta inserito questo disco a 5 stelle e alzato i volumi a stelle ancor più in alto. Non vi staccherete mai più!
(Max Sannella)