Partiamo con la questione “nome della band”, Three Blind Mice assomiglia un casino per assonanza a “Third Eye Blind” e per l’appunto mi è magicamente balenata alla mente la visione di quella band meteora dal rock mobidoso e quel loro video fighissimo con le lambrette e le vespe tammarrate… ma tranquilli, qui abbiamo solo della sabbia grossa per i vostri denti. La band in questione ha le sue radici tra Milano e Berlino dove il disco ha preso forma e sostanza e a conti fatti questo risulta essere il loro terzo lavoro ma rappresenta un punto di partenza per quanto riguarda una certa maturità musicale.
The Chosen One è un disco dai suoni profondamente blues che passa attraverso strade polverose e westerniane, non a caso arrivano alla mente in più occasioni i Guano Padano, le immagini che si creano sono sempre scure e con luce fioca che risalta i fumi di un locale notturno e immaginario dove viene rappresentato a meraviglia in “Wine Song” in una sorta di ballad ubriaca. La voce baritonale di Scalia porta inevitabilmente a Nick Cave che “appare” con i suoi Bad Seeds per tutta la durata del dieci brani senza essere invadente ed è così che “Berlin Blues” esce dalle “rotaie” blues per sfociare in sfuriate noise per poi rassicurarci con una più placida e radiofonica “We’re Strangers”. Il “bicchiere migliore” arriva, forse senza volerlo, con “Neon Lights” che pare uscito dalle sessioni di quel bellissimo “Turn On The Bright Lights” degli Interpol, un lento ancor più scuro della notte in cui già ci troviamo con feedback di chitarre dolcemente distorte che appaiono come spettri.
“The Chosen One” è un ottimo disco per raffreddare questo inverno che non è mai arrivato e possibilmente da sentire dal vivo in un locale un pò sfigato dove si beve rosso economico.
(Andrea Tamburini)