Con i Karma in Auge alle spalle, Salvatore Piccione in arte Salvario, intraprende un patto cantautorale con sé stesso, lo fa con questo Ep omonimo, quattro tracce per niente cerebrali o – come possiamo dire – arty – ma piuttosto immediate e spontanee, proposte con una fiera e sincera vocazione al raccontarsi dentro lontano da rassegnazioni, all’opposto delle ridondanze trendy, del “disco figaccione” a tutti i costi.
Con l’artista pugliese, ma torinese d’adozione, Matteo De Simone dei Nadar Solo e la batteria di Andrea Ghiotti, e tutto intorno un pop d’autore disinvolto, personale, agro nei fondi e dolciastro nelle arie, ballate intime, interrogatorie, che trascinano l’ascoltatore in un allunaggio di piacevolezza e pensieri, tracce che assemblano stati d’animo e ricordi in un’orbita di refrain stuzzicanti e – a tratti – esistenzialisti.
Un progetto sonoro e poetico decisamente accattivante, un esordio solitario, positivo, che nella corsa ventosa (“Mare”), nei tiraggi rock (“Per un istante”), tra le arie ancient folk (“Natale 2014″) e dentro la riflessione specchiante declamata in “Tutto quello che ho da dire” (con un intarsio di corde elettriche nel finale molto Buckleyano) parla chiaro, è un Ep che può cambiare certe convinzioni musicali, un qualcosa di alta passamaneria artistica a prima botta.
(Max Sannella)