Entrando nella foresta le trame si infittiscono, si entra in un luogo oscuro e cinescenografico, dove ad attenderci ci sono gli Earthset, giovane gruppo alt-rock bolognese, che firma la sua prima uscita per una delle etichette più attive e interessanti dell’ultimo periodo, Seahorse Recordings.
Dopo un primo ep due anni fa a cui sono seguite svariate decine di concerti anche all’estero, gli Earthset pubblicano In a state of altered unconsciousness, concept album in cui al centro ci sono le deviazioni umane, sia quelle indotte che quelle figlie delle circostanze, e la continua ricerca di soluzione. L’identità musicale degli Earthset è molto forte, e spazia dagli Smashing Pumpkins ai Placebo ad incursioni pesanti di distorsioni à la Sonic Youth che danno una forte spinta al gruppo affinché le sonorità brit-pop si dilatino e risolvano proprio nel noise, come accade nel singolo “rEvolution of the species”, che rallentando ed accelerando mette in tavola tutte le carte del gruppo, sotto il profilo della tecnica e sotto quello della qualità dei brani. Brani che risultano mai banali e mai uguali a loro stessi, con un basso vorace che emerge in molte tracce e una voce capace in grado di sovrastare il sound della band di certo non delicatissimo, come dimostra “Gone”, che insieme alla precedente “Skizofonia” costituiscono il momento di acme musicale del disco.
Un gran lavoro per una band esordiente, la curiosità è quella di vederli dal vivo per sapere se riusciranno a rispettare la promessa che questo “In a state of altered unconsciousness” fa a tutti a cuor leggero, cioè quella di spaccare.
(Mario Mucedola)