Lo aveva già detto a fonti stampa il leader Parker che il prossimo disco targato Tame Impala avrebbe preso una strada tutta sua, un pop leggermente ballabile che avrebbe avuto una particolare attenzione per i ritornelli e per i colori pastello, e a dire il vero, Currents, una volta inanellato nella lista di dischi da recensire, giunto poi al turno attento del suo esame critico, fa rimanere di stucco se non addirittura indifferenti per il tanto “nulla” che va a lambire l’ascolto.
Leggerissime brezze psichedeliche tengono compagnia a melodie “flosce”, adagiate e senza nervo che annoiano immediatamente, nulla a che vedere con le ambrosie precedenti, forse una stanca creativa (ma lo è) alla quale non servono onde di synth “Eventually”, echi avvolgenti (“Cause i’m a man”), sovra incisioni stratificate (“Nangs”, “The moment”, violoncelli, beat (“Love/Paranoia”) e sparuti giri acustici di chitarra (“Gossip”), a risollevarne lo stupore all’ingiù che il tutto regala, un disco di tredici tracce che brilla opaco da cui non viene fuori nulla da cristallizzare in memoria. La band australiana è accorta nel definire il nuovo lavoro come frutto di una scelta stilistica innovativa, una appurata direzione espressiva di ricerca, ma è solo un paravento – col senno di poi dell’ascoltatore – che cerca di raccapezzare una motivazione atta ad “otturare” la falla clamorosa in cui sono caduti, tutte cose che – anche se risentite più di una volta e rivoltate da capo a piedi pur di trovare un qualcosa da evidenziare in “+” – passano come acqua di rubinetto nella sua fretta meccanica di finire nelle tubature.
La “sostanza” Tame Impala si sta dissolvendo? Per il momento sembra, ma una chance si da a tutti ora come ora meglio dire che il nuovo disco della band deve ancora “uscire” ok?
(Max Sannella)
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