A 4 anni dalla loro ultima uscita, gli Ex, band veronese con un’esperienza ventennale nel curriculum, si ripropongono al pubblico con un disco che, a giudicare dal titolo e dalla copertina, lascia ben poco spazio all’immaginazione: Cemento Armato. Capitanati dai riffs gibsonari e Wyldiani della Les Paul di Stefano Pisani, Adriano Marchi (batteria), Gabriele “Ago” Agostinelli (basso e voce) e Roby Mancini (voce), rimangono ancorati alle proprie origini e alle proprie passioni, che si spostano liberamente sulla linea della storia del rock dagli anni ’70 ad oggi.
Musicalmente parlando, “Cemento Armato” ripropone e rivisita con una venatura moderna, tutte le caratteristiche classiche dell’hard rock / heavy metal anni ’80. Non mancano quindi riff pesanti e marcati seguiti da assoli dinamici ed esplosivi, ne è un esempio “Weekend”. Così come non manca uno spazio volutamente più tecnico e articolato ritmicamente e armonicamente. Ne “Il Re” la lunghezza del brano, della durata di più di 8 minuti, viene sfruttata al massimo dalla band che, con grande coerenza e conoscenza tecnica, passa da un ritmato ad un altro, e da un’armonia ad un’altra.
Molto significative e suggestive, in particolare per gli amanti del rock, appaiono le citazioni di brani e gruppi che hanno fatto la storia del genere. Per dirla alla maniera di Sanguineti, il gruppo veronese si dimostra ben capace di “travestire” parodicamente e sarcasticamente testi e musiche che hanno fatto evidentemente parte del loro repertorio passato. In “Sfiorando Icaro” per esempio, Eddie, storica mascotte degli Iron Maiden vista come una sorta di Don Chisciotte, viaggia in un’ambientazione disegnata da alcuni dischi storici del gruppo inglese, come 2 Minutes to Midnight e Killer. Viene rivisitato anche il “lontano” Bob Marley nella traccia “I Shot The Chef”, in un avvolgente travestimento sarcastico della sua “I Shot The Sheriff”.
“Cemento Armato” è in generale un disco che anche a livello tematico risponde con fermezza alla chiamata del rock’n roll. I testi infatti cercano di alzarsi come voce ed espressione, purtroppo solitaria, di una generazione sempre in direzione contraria a cui il mondo ha troppe volte girato le spalle.
(Alessandro Albano)
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