Un estro compositivo, il loro, che non sembra proprio conoscere momenti di stasi, fiacca, un divertissement notturno che si rinnova, rinasce puntuale ad ogni loro sortita e anche in questo nuovo lavoro, Like a rose, gli Alice Tambourine Lover (Alice Albertazzi e Gianfranco Romanelli) fa “massa emozionale” al quadrato.
E con loro tornano quelle stupende melodie bluesy torbide, quel pathos di grazia ossessiva, quell’ipnosi di dobro e vocalizzi che poi sono la gamma insostituibile del duo, una fascinazione intricata di bellezza & malìa che ha il sapore di stregoneria espressiva che scalfisce ascolti su ascolti. Sei inediti e due rivisitazioni di brani di Dandy Brown e John Garcia costituiscono l’impalcatura di questo disco che una volta messo in circolo diffonde suoni e stratificazioni essenziali, psichedeliche che confondono con la complicità dell’elettricità e di divinazioni ancestrali, tanto che – il registrato – una volta finito il suo giro vitale rimane a loop infinito nella mente e nel sangue, molto più di una fumata di roba buona.
Un “trip” ai confini della notte cavalcando le onde sinuose di (“Dance floor”), poi perdersi nei gorghi profondi di “Like a rose” e nei territori desertici di “Before me” è un gioco al rialzo, è come chiedere un passaggio per la luna via anima. Mystic Vibrations in progress!
(Max Sannella)
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