The Selfish Cales – Throw Your Watch To The Water
Viene da Torino questa creatura di Beatlesiana natura che pare sopravvissuta ai Sixties fino ai giorni nostri, ma sono invece attivi solo dal 2010. I The Selfish Cales sono, infatti, un ottimo combo psych pop che, con tanto mestiere e gusto, traggono il meglio dalla musica degli anni Sessanta e Settanta (pop, psichedelia e progressive) per farne un miscuglio tanto efficace quanto bello da ascoltare. Una bellissima immagine racchiude tutto ciò che suonano i torinesi: sulla loro pagina bandcamp la band è ritratta intorno ad un tavolino sorseggiando un thè all’inglese accompagnato ad un narghilè. Da segnalare, infine, l’incredibile gusto per la melodia in pezzi come “Soul Mates” e “Mr. Hotpeach”.
(Aaron Giazzon)
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Mamavegas – Arvo (2015 – Sfera Cubica)
La nuova creatura dei Mamavegas si chiama come un noto compositore estone ma pure come un lago artificiale calabrese e per gli amanti di nuvole psichedeliche, chitarrone elettriche e profumi indie anni zero, sarà una goduria assoluta. Prodotto Andrea ‘Sollo’ Sologna, mixato da Giacomo Fiorenza e masterizzato da Andrea Suriani, Arvo è uscito lo scorso 7 aprile per la 42 Records e racchiude in sé tutta la libertà di esprimersi seguendo nuove strade: fra trame elettroniche e folk rock corrosivo, i Mamavegas tornano a farci sognare.
(Beatrice Pagni)
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Mary Caroline – Life On Earth (2015 – Autoprodotto)
Nella sua pagina Facebook si definisce un artista pop folk, e no, la mia risposta è categoricamente no. Quello che riesce ad ottenere dal suo Lp Life on Earth è una versione plagiata dell’Alanis Morissette peggiore per virare verso una sorta di tendenza al commerciale. Parlare di sentimenti ed usare una chitarra accompagnata da archi non basta per usare il termine folk, nemmeno anteponendo la parola pop. Siamo di fronte ad un esempio di luogo comune che si realizza sulla banalità di un sound spento, una voce monotona e che non trasmette emozioni ma solo noia. Possiamo decisamente puntare a qualcosa di meglio.
(Chiara Manera)
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Ophelia Syndrome – North Sea (2015 – Autoprodotto)
Dopo il debuto con All Things Forgotten, ritorna la band canadese con un nuovo disco. Sonorità pop rock (“Magnets”), soul (“Foolish”), Jazz (“North Sea”), dimostrano la versatilità di questa band che suona per noi di Shiver come una dolce e piacevole sorpresa. Dieci tracce raffinate, creative e ben confezionate che fanno gridare alla completezza di un album che s’impone ad un ascolto attento e meticoloso. Gioiellino non è la parola esatta ma è la prima che viene in mente. Da inserire in playlist tra le altre anche “The hope” e “Not tonight”.
(Marco Iannella)
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Ovlov – Solo (2015 – Volume Up)
A distanza di quattro anni dall’esordio sfoderano una seconda prova di spessore, frutto anche della collaborazione con Andy Rourke, ex bassista degli Smiths, il quale ha partecipato alla produzione del disco, suonando in due brani e recitando nel video di “Delicious” e la sua mano, è innegabile, si sente, conferendo agli Ovlov un suono più rotondo, che li porta verso sonorità tipicamente wave, comunque già esplorate in precedenza. La forza degli Ovlov è quella di aver curato ogni suono, ogni parola, ogni dettaglio di ogni canzone fin nei minimi particolari. Nel complesso si dimostrano una band da tenere d’occhio, che fa dell’amalgama e della solidità compositiva i suoi due maggiori punti di forza.
(Alessio Gallorini)
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Agosto Su Marte – Canzoni per ferie alternative (2014 – Autoprodotto)
Un disco da scoprire e da includere nella vostra indie playlist per l’Estate 2015. Se riuscite a smettere un attimo di sistemarvi i baffi, ascoltateli. Suonano bene e questo mi sembra che oggi non sia molto in voga nei giri indiepop. Di questo album di debutto ho letto una tipica recensione che criticava gli arrangiamenti e le dinamiche in base a non si sa quali equazioni. Divincolarsi un po’, sorprendere e premere sugli strumenti quanto e come ti pare, senza l’elettronica del momento, mantenendo alta la chiarezza e la fruibilità del discorso, meriterebbe una coppa sullo scaffale anziché una pacca sulla spalla. Invitateli a suonare nei vostri festival indie !
(Emme Stefani)
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