Si prenda un giovane cantautore proveniente dalla Maremma, lo si trasporti sui navigli di Milano, gli si facciano ascoltare massicce dosi di Ivan Graziani e David Bowie, con una spruzzata di Rino Gaetano. Se il ragazzo era già naturalmente dotato di talento, probabilmente ciò che ne uscirà fuori sarà Lucio Corsi.
Questo giovane cantastorie (perchè mi pare il termine adatto) ci dimostra come certi atteggiamenti retrò siano ancora oggi funzionali per raccontare ciò che ci succede intorno, a patto che si sia dotati di una penna fluida e di uno sguardo sagace (unito ad un’ironia poco comune). In questo suo primo lavoro, che poi non è altro che l’unione di due EP (Vetulonia – Dakar, suo esordio del 2014 e Altalena Boy, prodotto da Federico Dragogna dei Ministri) Corsi dimostra già uno stile personale e deciso, una verve non banale e infinite possibilità di crescita. Insomma questo è solo un assaggio di ciò che potrebbe diventare, ovvero uno di quei cantautori che ad ogni parola scritta riescono a legare un’immagine, un concetto, una sensazione e lasciarti a bocca aperta e con un mezzo sorriso beffardo in faccia. Chiedere a Flavio Giurato per maggiori delucidazioni.
(Alessio Gallorini)
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