Gli Zolle sono uno dei progetti paralleli di Marcello Bellina, chitarrista dei ben più noti Morkobot, accompagnato alla batteria da Stefano, ex Klown. La proposta sonora è ben nota ed in voga da diverso tempo: stoner metal strumentale granitico e selvaggio con inserti vari di hard rock e psych rock.
Dopo il debutto del 2013 i due vanno dritti al sodo aprendo le danze o l’headbanding con due pezzi monolitici: “Porkediem” e “Porkeria”, dichiarando la loro vicinanza sonora al leggendario trio dei Karma to Burn. La sequela dei pezzi, tutti uniti dalla condivisione del suffisso “pork-“, prosegue dritta e pesante fino alla traccia centrale, “Porkimede”. Questa, infatti, interrompe il ritmo serrato tenuto finora per dare sfogo alle parte più rock del duo: il riff mi ricorda vagamente quello di “Crazy Train” del compianto Randy Rhodes, per poi sfociare in un magma di distorsione infuocato in cui si insinuano pochi ma ben azzeccati fruscii elettronici. La successive “Porkata” e “Porkobot” passano veloci senza lasciare traccia. A meravigliare e far rimanere le orecchie ben tese all’ascolto è il math rock di “Porkenstein” che sale feroce fino all’esplosione alt-metal della parte centrale della composizione. La conclusiva “Porkangelogabriele” vale da sola quasi tutto il disco per l’ottimo tiro, cadenzato il giusto e l’ottimo equilibrio nei suoi 6 minuti di durata, che si concludono tra campanelli e strumenti acustici.
In conclusione, “Porkestra” non è nulla più che un leggero diversivo nella storia del ben più originale ed interessante progetto madre di Bellina e paga il pegno di arrivare dopo dischi simili, ma meglio riusciti (vedi l’ultimo degli Hibagon).
(Aaron Giazzon)
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