Spesso siamo abituati a catalogare i tedeschi come duri e impassibili, simboli di una istituzione rigorosa e retta che fa da modello a molte altre società, ma quando si parla di questo cantautore nato a pochi chilometri da Stoccarda bisogna deporre le armi e perdere ogni pregiudizio.
Hecker rispecchia alla perfezione quel modello neoromantico che riesce in ogni occasione a riempire di sentimento e nostalgia ogni piccola nota, ogni piccola sfumatura di un ampio progetto che nel suo insieme appare tutto e niente. Non è una critica la mia ma anzi un’elogio a uno dei pochi artisti rimasti fedeli all’underground culturale e musicale del quale un personaggio come lui farebbe comodamente a meno, visto il successo e lo spessore culturale e musicale che dal 2001 riesce ad imprimere ai suoi dischi e la folta schiera di estimatori che lo considerano a ragione uno dei più grandi cantautori della scena internazionale. Questo ottavo capitolo è un concept ispirato dal lungo viaggio a cavallo fra stati uniti e Cina che il cantante ha intrapreso più di un anno fa, ma non è tanto il viaggiare il tema quanto le sensazioni che ogni città e ogni tappa riescono a sprigionare in lui. Cosi le dieci tracce interpretano con la solita miscela di pop etereo questo mix ,di gioia per aver varcato una nuova soglia e malinconia per aver lasciato la meta precedente ,che nella mente dell’artista sprigiona una sequela di dubbi sicurezze e flashback da convertire in note e partiture di una bellezza rara.
Il dream pop alla Nick Drake che si fonde con le atmosfere romantiche e melanconiche ricolme di delicatezza e fascino, la voce sicura (inglese perfetto) e morbida di un poeta intento a musicare e narrare un opera sopra le nuvole, una specie di canto continuo che si serve delle pause fra le tracce per cambiare l’ambientazione. Musicalmente vicino agli Air con meno elettronica e dei testi piu leggeri rispetto al solito questo Hecker racconta con passione e riesce a commuovere con la solita dolcezza pur non realizzando niente di innovativo, abbiamo bisogno di conferme come questa e abbiamo bisogno di questi dischi.
(Marco Vivarelli)
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