Sembra che Chad Channing abbia voluto un po’ scrollarsi di dosso il passato, il passato con i Nirvana in “Bleach”, il passato ancora ruvido del suo primo album con la sua band (“Walk back”, nel 2009), e tornare in scena con un nuovo spirito velatamente folk e pop acustico. E sembra sia arrivato il momento di condividere queste gioie anche con l’Europa, con l’appoggio di una piccola casa discografica abruzzese che sta diventando sempre più una garanzia di qualità per noi ascoltatori. Così anche noi, con due anni di ritardo, possiamo apprezzare questo lavoro che segue l’evoluzione delle live performances della band negli anni.
L’apertura di “Listen to me” lascia trapelare le intenzioni del nuovo corso facendo da anello di congiunzione tra il fragore del passato e il nuovo trend acustico. Poi immediatamente il disco diventa un fiume leggero di strumenti acustici con un banjo solo, che poi si arricchisce di flauto, basso e violino in “Jerkwater”, con vaghi richiami a Simon & Garfunkel, chitarre e cori trasognati che a tratti si fanno più profondi in “Trip to mars”. I toni più malinconici, che ci fanno ricordare un po’ le stesse origini dei Kings of Convenience, arrivano con le spendide “Catch you wneh you fall” e “Last times” ma non mancano momenti più alt-pop dal sapore 90’s di “Everything I do” e “Gas stop”. Infine, si fa notare l’ultimo regalo, l’ultimo anello di congiunzione col passato che si capisce così che non è stato rinnegato, con la demo version di “Walk back” ripresa dal vecchio album già citato.
Il risultato è un convincente pop-rock acustico (più che altro) intenso e sempre molto ispirato, un po’ sospeso tra sogno e realtà, tra un’epoca e un’altra, tutto sommato coerente con se stesso, che denota chiaramente un’evoluzione che è stata un naturale fluire meglio equilibri della band e per questo molto ben riuscita. In più, un altro colpo per una casa discografica nostrana che va acquistando spessore internazionale, e anche queste belle notizie per l’Italia vanno festeggiate, per cui sinceri complimenti anche a loro.
(Carla Di Lallo)
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