Fidatevi che non è semplice parlarvi dei Grimoon, in attività da dieci anni ormai, ma la prevedibilità o il comfort mentale di poter dire “li conosco da tempo” è un privilegio che ci hanno negato, ce l’hanno tolto in pieno. Se poi ci aggiungete che Vers la Lune, il loro ultimo lavoro, è stato concepito come accompagnamento al lungometraggio omonimo, beh, fidatevi che non è semplice stare qua a cercare di farvi fare un’idea di qualcosa che fa della trascendenza la sua arma migliore.
Io vi parlerò solo del disco, che sebbene sia la colonna sonora del film, rappresenta a mio avviso il trionfo più bello per coronare l’idea di partenza: alle immagini devono seguire dei suoni giusti, coerenti, “visuali” e non dottrinali. Mettiamo dei paletti così che possiamo capirci più avanti: se cercate il filo rosso tra il trip hop, lo psichedelico, il dream pop o il down tempo, l’indie, il rock o l’indie rock, David Finch e Mulholland Drive, i Pink Floyd o Electric Prunes, i Beatles, Terry Gilliam e… state gettando il vostro tempo, è come se si volesse paragonare un viaggio onirico ad un altro sogno fatto in precedenza. L’unico paletto da mettere è che bisogna togliere ogni paletto. Di sicuro per rimuovere la sostanza alla materia, ciò che può aiutare è un’elettronica velata ma decisa di un synth, una linea melodica morbidissima, il delay, il flanger od un arpeggio di chitarra acustica e un po’ di chorus; ed è esattamente così che brani come “The Stars” o “A’ la Dérive” prendono vita (lasciatevi guidare dai nomi per immaginarne i suoni, se non ci avrete preso sicuramente ci sarete andati davvero vicini). Altro modo di fare invece è quello della traccia omonima “Vers la Lune” o “Star Dust”, calde, ritmate, coinvolgenti e più aggressive rispetto al contesto. C’è solo un’altra traccia che sposa un concetto di aggressione completamente diverso da quello che siamo abituati a concepire, e se vi siete ritrovati ad ascoltare qualcosa dei Neutral Milk Hotel, sicuramente saprete a cosa mi riferisco: “I Love You” signori, una traccia meravigliosa, incredibile come una semplicità di forma del genere possa generare nella sostanza un complesso turbinio di attività cardio-mentale come di fatto fa, una ricerca del suono ed un’attenzione al dettaglio che premiano artista ed ascoltatore al contempo.
Ah già, poi c’è Pall Jenkins in “Flying Away From You” (che d’altronde è anche la prima traccia), ma una presenza come la sua, un carisma consolidato nel tempo, hanno fatto sì che effettivamente questa traccia è piena di Black Heart Procession e poco di Grimoon, il che non rende assolutamente giustizia alle incredibili undici tracce che la seguono. E poi “Life Forms”, “Solitaire”, “Ocean” ecc… si potrebbe stare qui a scrivere di ogni singolo brano tanto il lavoro che è buono, ma la verità è che sono state già scritte fin troppe parole, è tempo che si vada a vedere “Vers la Lune”, fatelo con gli occhi, fatelo con le orecchie, fatelo con la testa.
(Mike Maister)
—————
———————–