C’è stato un periodo tra il finire degli anni ’90 e l’alba degli anni zero che la scena emo non era fatta da tagli di capelli da coglione ma da band che venivano dalla “scuola” punkrock con l’intenzione di andare a colpire dritto al cuore dell’ascoltatore. Gruppi come The Get Up Kids, Mineral e Last Days Of April hanno aperto la strada ad una scena quasi parallela in Italia con i bolognesi Settlefish e dal territorio romano gli Auden che con quel “Love Is Conspiracy” chiusero un pò prematuramente un progetto che meritava sviluppi.
Ora a distanza di diversi anni ritornano con del materiale che sembra aver resistito al trascorrere del tempo dentro chissà quale cassetto e se ne escono con Some Rockonings per V4V Records, otto tracce veloci che faranno piangere di gioia tanti trentenni o più “stagionati”, riportando alla mente quel periodo post hard-core che credevo ormai archiviato. “The Day Of Rockonings” apre le danze e inaugura questa nuova stagione degli Auden con con le tipiche melodie che i quattro ci avevano abituati, tra chitarre stratificate e un incedere quasi marziale. Rispetto al precedente lavoro che ormai dista quasi 15 anni notiamo una ovvia maturità e consapevolezza sia nei testi, che parlano di storie andate e sfighe umane, sia negli arrangiamenti che non si fanno mai banali. L’ombra di malinconia va di pari passo con le distorsioni per tutto il disco passando dai momenti più pop di “False Restart” a quelli più claustrofobici e wave di “The Winter of Two Thousand and Ten” con linee di basso e ritmiche rallentate alla Massimo Volume. L’unica flessione arriva con una “Back and Forth”, un pò scontata e una pronuncia inglese più macchinosa che fa storcere il naso ma che si fanno perdonare immediatamente con “I Smiled Too Little With You” fatta di improvvise decelerazioni e un testo che ci riporta indietro di diverse primavere. Si conclude con una quasi ballad che va in un continuo crescendo e che tenta di rendere lucidi gli occhi prima di spegnere definitivamente l’impianto e riporre il disco tra i Giardini di Mirò e i Julie’s Haircut.
Un gradito ritorno per dei “vecchi ragazzi” che non hanno smesso di essere quello che sono e che continuano ad emozionare degli ascoltatori non più teenager.
(Andrea Tamburini)
————————-
Scarica gratuitamente il disco