Elem si presenta come un progetto oltremodo interessante. Prendo appunti sparsi dalla biografia inviata dall’etichetta, scrivo parole a caso, quelle che mi colpiscono di più: Asilo = centro di produzione di arte e cultura di Napoli, dove tutto è nato, per caso; Improvvisazione elettronica = quello che realizzano gli Elem; Progetto audio-video = quello che sono gli Elem; Arte multimediale = ambito in cui si sono cimentati alcuni dei componenti. Che sono: Loredana Antonelli, che vanta nel proprio curriculum esperienze teatrali, apparizioni in live set e come vj, presenziamenti alla Biennale di Venezia e all’Expò di Shanghai; Emanuele Errante, un compositore e autore di documentari; Fabrizio Elvetico, musicista con cattedra di Armonia e analisi musicale al Conservatorio di Trapani; Marco Messina, conosciuto dai più come membro storico dei 99 Posse e autore di colonne sonore (Sud e La Bocca del Lupo, tra le altre). Queste le premesse per un lavoro che uscirà il prossimo 30 marzo…
Ovviamente mi sono approssimata all’ascolto con grande interesse; questi “esperimenti” musicali da tempo mi appassionano molto, soprattutto in ambito elettronico. Ma devo dire che, dei quattro brani che compongono questo omonimo Ep, solo l’ultimo mi sembra abbia un’effettiva direzione; ascoltando e riascoltando i pezzi – e guardando contemporaneamente il video – la domanda che mi rimbalzava nella testa era: “dove mi stanno portando?”.
Va precisato che il progetto è ambizioso: musica e immagini (i quattro brani finora pubblicati e il video ufficiale) sono assemblati con grande accuratezza, si sentono le mani di professionisti, di artisti completi che, loro sì, sanno dove andare, pur se tutto gioca intorno all’improvvisazione che li ha fatti nascere e conoscere. Però, in qualche modo, chi ascolta rimane un po’ frastornato, come se non si riuscisse mai ad aggrapparsi a un ritmo, a un mood, a uno stacco che, in qualche modo, renda la cifra sonora di quello che è stato prodotto. Appena inizia l’ipnosi si vira verso il movimento, appena si viene coinvolti dal movimento arriva uno stacco deciso, con un un incedere accennato, mesto e lento. Di tutto questo è fatta la musica degli Elem, che sicuramente danno il meglio dal vivo (un video che li ritrae durante una performance live rende al meglio la loro dimensione più techno-elettronica-ossessiva).
In questo mix di suoni, che sembrano vere e proprie immagini musicate, si raggiunge un risultato davvero compiuto in “Naples Western Gambia” (l’ultimo pezzo appunto), un’espressione di elettronica pura che non ha riferimenti precisi, se non quelli di quello che gli Elem, sono sicura, molto presto diventeranno.
(Patrizia Lazzari)
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