Partiamo dai fondamentali: John Carpenter è stato un genio visionario e come tale deve essere onorato. Fra suggestioni old-fashioned e oscure ammonizioni, il cinema di Carpenter sorvola baie spettrali, cieli inzuppati di nebbie e brumose terrificità delle piccole località della California. Ma non stiamo parlando solo di un regista e montatore rivoluzionario perché lo stesso John ha composto da solo la maggior parte delle musiche per i suoi film, riuscendo così a creare una suspense infinita grazie all’uso combinato di messa in quadro, sonoro e colonna musicale.
Carpenter, vissuto di musica all’ombra del padre musicista, è sempre stato un amante del rock, blues, country e di tutta la musica anni 60, ma per i suoi film ha cercato di creare sonorità diverse e che trasmettessero e supportassero l’emozione delle immagini. Lavorando generalmente dopo il découpage della pellicola, e non avendo mai imparato a leggere la musica, Carpenter si divertiva col sintetizzatore creando sonorità che giocavano sulla ripetizione, sulla ciclicità e sui tempi filmici. Ma arriviamo a noi: in Italia abbiamo due fini cultori del cinema e a questo punto direi anche del sound carpenteriano, che sono due musicisti reggiani quali Jukka Reverberi (Giardini di Mirò) e DJ Rocca (Ajello, Maffia Soundsystem) unitisi sotto il nome di Crimea X. Abili maestri nel fondere l’immaginario cosmic con un suono kraut-rock, spalmando il tutto su una certa filosofia marxista fino alle vicende politiche del ‘900. Già alle prese con il loro ”balearic sound”, i Crimea X hanno catturato l’attenzione di DJ ed artisti come Andrew Weatherall, Daniele Baldelli, Prins Thomas, Idjut Boys, Rune Lindbaek, Bjorn Torske. Da qualche tempo i due portano avanti uno spettacolo in cui reinterpretano le musiche di alcuni capolavori di John Carpenter: grandi classici come “Distretto 13, Le brigate della morte“; “1997 fuga da New York“; “Christine, la macchina infernale“; e “The Fog” le cui colonne sonore sono state appunto composte dallo stesso Carpenter. Per chi pensa si tratti di un oggetto di culto per soli cinefili si sbaglia: la ricostruzione operata dai Crimea X dona un gustosissimo sapore di novità alle inconfondibili, inquietanti e ipnotiche suite carpenteriane.
Crimea X play Carpenter – Incubo Sintetico, porta su vinile quattro brani, in una confezione lussuosissima che sarà disponibile per To Lose La Track su licenza Hell Yeah!, a partire dallo scorso febbraio, con distribuzione Audioglobe per l’Italia e sarà distribuito anche nel resto del mondo. Jukka Reverberi e DJ Rocca che si dicono fan ”patiti” del cinema di John Carpenter danno alle stampe un ep elegantissimo e prezioso, cullandosi fra synth analogici, progressività psichedeliche e un po’ di salsa kraut che non guasta mai. Registrato nello studio casalingo di Rocca, ”Incubo sintetico” è un motore sci-fi che innesca esecuzioni sibilline a metà fra lisergiche ballate e ossessioni blues. Dai beat equalizzati di ”Car obsession” si sprigiona la carica elettronica per il crepuscolo goblianiano dell’acidissima ”Christine”, propulsiva e sulfurea. Non mancano le partiture sintetiche con il finto blues di ”Napoleon” né le ossessioni orrorifiche tipicamnte eighties con la conclusiva e perfetta ‘‘The Fog”. Sembra di vederla quella coltre grigia che si estende sulle acque prima e sulla terraferma come accade in The Fog: un lavoro sintetico ed efficace, come il terrore che fa più paura. Se l’incedere della nebbia plasma anche l’andamento della storia nel film di Carpenter, qui i Crimea X si lasciano andare a un lento dissolvimento primordiale regalandoci un ascolto mai scontato e immaginifico.
(Beatrice Pagni)
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