E così, al loro primo disco ufficiale Disrhythmic, i perugini The Noobs assestano – a colpo sicuro – un trippy Nu-soul lungo i binari dell’anima, binari sonori che legano insieme rarefazioni acid jazz, aromi clubbing, epidermidi black funky e – appunto – soul, soul e soul come punto di riferimento, come contaminazione massima per librare – in verticale – atmosfere e sintesi di benessere cerebrale.
Nove brani che sono prova lampante e riuscita che si può suonare un genere ibrido musicale dalla forte connotazione geografica anche stando lontanissimi dai luoghi di origine, ed il sestetto umbro fa grandi numeri per tutta la tracklist, suona e canta superando frontiere, steccati e dimensioni, in poche parole esercita l’arte dello stupire, un arte delicata, energica e di gamma che è dannatamente piacevole da ascoltare in qualsiasi momento della giornata.
Un disco, un esordio e mille direttrici, tra visioni ed eleganze raffinate, tutte traiettorie soniche che i The Noobs tratteggiano in un qualcosa di lunare, metafisico, un qualcosa capace di condurre i derivati, le espressività della musica black fin dentro cuori di tenebra. E per farlo fanno sfilare perle come il soffice R&B di “Photograms”, languidezze Motown (“Good morning”, “The song I play”, “What are you thinkin?”), e una splendida rilettura di “All along the watchtower” di Dylan, sì perle avvincenti prontissime a fare stalking al tasto repeat. Disco di razza!
(Max Sannella)
–