La Garbatella è una zona ideale, uno dei quartieri più belli di Roma, quello dove vagava in vespa il Nanni Moretti di Caro Diario, ispirato a un concetto di città umana, fatta ancora di spazi comuni attraenti, con un rapporto equilibrato tra architettura e giardini, piazze e cortili, popolare di nascita ma che, a fronte del degrado crescente degli sconsiderati ampliamenti speculativi della città, sempre più stranianti, è diventato oggi un raro esempio mai imitato di bellezza e vivibilità. Il Teatro Ambra, alla Garbatella, è uno spazio che chiede la “separazione illegale” dalle politiche culturali nazionali, concedendo spazio a cinema, teatro, musica, arte, ai movimenti e alle nuove coppie, alle voci inascoltate e a quelle che non smetteranno mai di indignarsi. Il 25 febbraio ha fatto tappa qui il Giro d’Italia di Pippo Pollina.
Chi è Pippo? Doveroso parlare di questo grande esponente della canzone d’autore, dalla carriera infinita immortalata da ben 21 album, di tournèe in Germania e Francia da entusiastici tutto esaurito, di collaborazioni virtuose con artisti italiani e stranieri, e con orchestre come la London Synphony e la Toscanini. Una domanda sorge spontanea: perché nessuno ne parla? Di quali indicibili colpe, di cui non conosco genesi ed evoluzione, s’è macchiato questo artista? Che offese avrà fatto quest’uomo per essere ignorato mentre si incensano e premiano ogni anno opere molto meno significative? Un mistero. Una rivelazione invece per chi non aveva avuto modo di ascoltare il suo patrimonio di belle canzoni, pensieri profondi e sentimenti veraci, in una esibizione quasi in solitaria, al piano o alla chitarra, con la sola discreta, misurata, intensa compagnia del polistrumentista Roberto Petroli ai fiati, alla tastiera, alla gioia del mio cuore.
Il giro d’Italia proposto è un metaviaggio, dove vengono descritte non già le città d’arrivo d’ogni tappa come in un normale tour in bici, dove si inquadrano solo i luoghi belli fingendo non esistano disastri, speculazioni, abusivismi e deserti sociali. L’Italia descritta è invece quella che ci stringe il cuore proprio perché quella bellezza non da cartolina, edificata in mezzo a lutti e dolori, è oggi assediata, assalita, depredata da una classe dirigente inadeguata e furba, cafona e volgare, arrogante e ignorante, purtroppo nella drammatica indifferenza dei più. Ecco che allora le canzoni, forti, impegnate, introdotte da brevi e precisi aneddoti eleganti e raffinati, sono intervallate da spezzoni di film dove riemergono dalla nebbia dei dimenticati, dalla palude degli esclusi, dall’isola degli inquieti, i volti e le parole, gli incredibili vaticini, le lucide e destabilizzanti letture rese ancora più attuali dal peggioramento del tutto, dei nostri migliori Sciascia, Pasolini, De André, e ancora… Tutti capaci di accendere lumi, riaprire forzieri dove avevamo rinchiuso gli ideali per non soffrire più, tutti così coinvolti e coinvolgenti da rendere a tratti scomode le comode poltrone dell’Ambra.
Pippo dosa con maestria graffi e carezze, strappi e cuciture, dolcezze e bocconi amari, e quando prende un libro, e lo porta al microfono, che sembra quasi possa parlare, e ne parla come di uno dei libri italiani più belli mai scritti, e rivela essere la Costituzione Italiana, ecco, ci si riempie il petto di orgoglio, e poi ci fa indignare, contro queste ombre di politici che la considerano, la nostra bella costituzione democratica, scritta con la disponibilità dei sopravvissuti a una guerra da cinquanta milioni di morti, superata, antiquata, da rottamare.
Il Giro d’Italia di Pippo Pollina continua, mancarne le tappe è una colpa, un errore, un’assenza ingiustificata che il professore dell’umana creanza potrebbe punire con una nota di demerito.
(Alberto Marchetti)
foto: Facebook fanpage