No, non state sognando ad “orecchie aperte”, siamo in pieno calore psichedelico, siamo al centro di un glorioso e trionfante vortice beatnik nutrito a garage, pop, grattatine punkyes e un numero su tutti, 60,60 e ancora 60 come frontiera espressiva e stilistica, un mondo ovattatamente vintage che fa rizzare il pelo per quando vero.
Loro sono i fiorentini Plastic Man con il nuovo disco Don’t look at the moon, una dozzina di “inediti memorabilie” che si fanno juke-box e morsi ammiccanti per tutta la durata della tracklist, registrato incredibilmente visionario e “acido” che sembra direttamente scaraventato dai deliri onnipotenti di una scena – vuoi inglese come americana – dove i cambi direzione sonori non erano un vezzo, ma un imperativo degli artisti capaci di tutto, di osare l’oltre.
Suoni fuzzati, flash sgargianti, tempi stroboscopici, queste le caratteristiche ed i riflessi di un disco di una intensità stupenda, capace di scandire un’anima flowering come una spiritualità pungente, tracce che dichiarano tutta la loro genuinità amplificata senza mai addensare intorno quell’alone – maldestro – del reinventato modaiolo, tutto ha un suo spazio vivo e fedele al culto estetico dei 60s “interstellari”, “North polar land,” “Black hole”, “Paroxetine”, “Rolling machine”.
La scena indipendente italiana con questo disco va a iniettare robuste dosi di “credibilità” altrimenti svaporate nel nulla, i Plastic Man hanno saputo congegnare – special modo con lo shakeraggio alieno di Mike, the center of the worl – musica immarcescente con frizzi e lazzi in upgrade, ed il risultato e qui sotto, dentro, e ovunque, una ottimo prodotto che fa viaggiare avanti e indietro nel tempo, ed il bello è che tutto fila liscio come l’olio… wow!
Il disco esce ufficialmente il 9 Marzo su Black Candy, ma tu puoi ascoltarlo in anteprima esclusiva su Shiver per una settimana.
(Max Sannella)