Se Wow aveva lasciato in bocca e orecchie il sapore delle furia espressa, questo nuovo Endkadenz Vol.1 porta al massimo la trasfigurazione cristallizzata e di ghiaccio sbollentato dei Verdena, un disco del quale si pensava come una isola di “riflessioni” mai incanalate, ed invece ci si ritrova nel bel mezzo di un selvatico “differente” che si adopera in aperture atmosferiche pop, ballate, echi, rimbalzi stratificazioni e affabulazioni che fanno a metà – come in un patto – con la potenza dei watt “verdenici”, una tregua armata per una pace in fondo mai contrattata, mai disegnata.
Tredici brani in questo volume 1 ed un’altra dozzina circa nel volume 2 che uscirà in estate, una forza creativa esplosiva a metà in cui Roberta, Luca e Alberto credono fermamente, e diciamolo chiaramente potrebbe essere anche il disco che – nonostante la pachidermiasi delle chitarre fuzzate e le ritmiche serrate a garanzia del “marchio” – spiazza gli ascoltatori ortodossi, per via delle nuove funzioni melodiche che colorano la tracklist, le fisarmoniche, i synth, gli organi, un pianoforte, gli ottoni campionati, sentori Beatlesiani (“Vivere di conseguenza”), il glamming epico (“Puzzle”), il latin storto che impera in (“Nevischio”) o il rock alla Pooh d’antan in (“Alieni fra di noi”), tutto materiale che indubbiamente farà discutere animatamente i pro e i contro dei bergamaschi.
“Enakadenz vol.1” sarà anche un disco intelligente, aperto e sperimentale, ma mostra anche il lato del “non so che strada prendere”, una prova medio indecisa dove il tutto e di più fa massa ma poca sostanza – intesa come proposta -, un disco che ha un atteggiamento eroico e coraggioso, anarchico, ma fermamente in cerca di una vera “identità” che ora come ora si è data alla macchia. Una consapevolezza di gruppo annebbiata? Chi lo può dire!
(Max Sannella)