Carlos Cipa – All your life you walk (2014 – Denovali)
A pochi mesi dall’uscita di Relive, nato dalla collaborazione con Sophia Jani, Cipa torna con un nuovo album All Your Life You Walk, uscito a novembre per la Denovali. Il mix perfetto tra modern classical, post-new age e post minimalismo. Da Debussy a Nyman passando per i Mogwai. E il piano sempre al centro del suono di Cipa, un piano elegante e malinconico, sperimentale ed eclettico. Freschezza mista a talento classico, la Denovali si riconferma regina nella selezione dei migliori talenti pianistici. Cipa suona e commuove, in questa intimissima scalata di spontaneità, nostalgia e stupore.
(Beatrice Pagni)
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Von Datty – Madrigali (2014 – Autoprodotto)
Il cantautore VonDatty ha probabilmente ascoltato per buona dose di tempo le produzioni di Max Gazzé. In questo suo ultimo lavoro Madrigali attraversa paranoia ed emotività umana, descrive stati d’animo e sensazioni con dieci tracce tutte improntate sul pop cantautoriale salvo per poche eccezioni come “Santamarena” e “Il Generale Inverno”. Grazie alla collaborazione di altri musicisti, che portano il “Barone” VonDatty a spaziare su più generi, la forza compositiva dell’autore prende vita in un lavoro easy-listening e abboccato.
(Roberto Mencarelli)
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Silent Carnival – s/t (2014 – Autoprodotto)
Un viaggio sospeso: questo in poche parole è Silent Carnival, il progetto solista del pittore, fotografo e musicista Marco Gianbrone. Un’immagine che torna anche nell’artwork. Atmosfere cupe, tensione strumentale e la mia testa ripercorre ed intreccia su questi suoni le trame di True Detective e Fargo. Con “It’s not real” vi si materializzano davanti agli occhi le figure di Lorne Malvo e Rust Cohle. Quello di Silent Carnival è un album che qualcuno potrebbe definire “lento” ma, vi posso assicurare, che ogni tempo, spazio, pausa è stata sapientemente studiata e passata al setaccio, realizzando un debutto che ci racconta in modo chiaro quello che è e diventerà il suo mondo; un’opera decisamente coraggiosa che si inserisce a pieno titolo nel mondo musicale europeo.
(Stakanovista Rock)
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Terrorista – Purple & Pink Tape (2014 – Autoprodotto)
Arriva da Toronto questo duo post-punk che sta facendo uscire periodicamente delle audiocassette con due pezzi ciascuno per comporre una serie di quattro supporti colorati e pieni di buon post-punk. Pink Tape è uscita a settembre e si divide tra la furia cieca di “Philip Seymour Hoffman” e l’indie piacione di “Brand New Language”. Purple Tape, fuori dal dicembre, si apre con “Darren vs Bag”, lo-fi sparato e tagliente, e si chiude con la cupa “Double Negative”. A metà strada tra Japandroids e Sebadoh, i due canadesi possono piacere a molti, senza inventare nulla, ma scrivendo pezzi semplici e belli.
(Aaron Giazzon)
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The White Mega Giant – TWMG (2014 – Shyrec)
Dopo l’esordio Antimacchina datato Dicembre 2011 torna dopo due anni il trio post-rock sempre sull’etichetta veneziana Shyrec. Il secondo lavoro dei giovani padovani si straccia di dosso il sapore di vecchio che ormai è lo spauracchio del post rock e con l’aggiunta di un po’ di bella elettronica rinnova la sfida che questo genere musicale dallo splendido sapore interiore lancia alla mente umana. Sfumatore dark e una intelaiatura quasi math rock riescono a costruire picchi sonori avvolti dai delay che ti lasciano su plateau musicali piacevolissimi.
(Marco Vivarelli)
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Metibla – Crimson Within (2014 – Autoprodotto)
Il disco “Crimson Within” dei Metibla si presenta sotto la veste concettuale composta da diverse anime, come un prontuario sintetico di più generi musicali. Si spazia con nonchalance tra punk, pop, rock, “Strokes”, “Gorillaz” e “Cure”, giusto per citarne qualcuno. Tuttavia l’eterogeneità compositiva su cui si innescano i testi ben congegnati della band fa dell’intero lavoro più un collage sonoro che non un concept almeno rispetto alle tematiche liriche. Inevitabilmente si rischia di pagare dazio quando si vogliono avere troppe referenze e non si snellisce un po’ il tutto. Peccato perché non mancano dei pezzi molto interessanti da inserire nelle vostre playlist : “Falling”, “Became You” e “Space”.
(Marco Iannella)
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Ila Rosso – Secondo me i buoni (2014 – INRI)
A due anni dall’esordio “Labellapresenza”, Ila Rosso torna con Secondo me i buoni, un disco di cantautorato puro, che pesca dalla tradizione classica italiana (specialmente gli anni ’70), ma richiama alla mente anche nomi più recenti del folk nostrano (Bandabardò, Van De Sfroos), così come i conterranei Perturbazione nei momenti più delicatamente pop. I testi analizzano con occhio ironico e caustico la società, con una certa leggerezza di fondo che, se da un lato rende sicuramente fluido e piacevole il disco fin da subito, dall’altro purtroppo impedisce alle composizioni di lasciare un segno davvero profondo nell’ascoltatore.
(Federico Anelli)