Il nuovo tour di Cristina Donà esordisce come meglio non potrebbe con un sold-out alla Salumeria Della Musica, nonostante le gocce che cadono abbondanti su Milano in questo ultimo piovoso giovedì di novembre. Il locale avvolge la cantautrice e la sua band in un intimo abbraccio che sembra dare un senso in più al titolo del suo nuovo ottimo album, il sesto di inediti in una carriera ormai quasi ventennale.
La formazione è la più classica delle classiche – basso, batteria, chitarre, voce – ci pensa però il valore dei singoli a liberare sul palco tutta la classe necessaria a portare in scena alcune tra le più belle canzoni scritte in Italia dal ’95 ad oggi. La partenza del live mette subito i brividi: Cristina intona a cappella “Settembre”, accompagnata solo dal batterista Cristiano Calcagnile, che con un archetto accarezza i piatti e sporca di rumore lieve la voce della songwriter milanese. La scaletta prosegue poi con brani estratti dal nuovo “Così vicini” (punte di diamante: la title-track e la splendida “Il senso delle cose”), alternati a classici pescati qua e là dai dischi precedenti: “Goccia” (inclusa, fra l’altro, da Robert Wyatt nella sua ultima antologia “Different Every Time”), “Nido” (graditissima sorpresa), “Stelle buone”, “Ho sempre me”, “ Invisibile”, “Miracoli” e un’intensa “Torno a casa a piedi”, per citarne alcune. Cristina appare sinceramente emozionata per la calda accoglienza del pubblico e ripaga con la consueta terapeutica leggerezza, destreggiandosi con la grazia degli equilibristi fra intermezzi ironici e la potenza delle interpretazioni. A chiudere lo spettacolo una versione voce-piano di “Universo” (con in coda un accenno di “Across The Universe”) e un riarrangiamento che più 90’s non si potrebbe di “Triathlon”: due specchi perfetti per riflettere a 360 gradi la caleidoscopica anima artistica della più importante autrice che abbiamo in questo Paese.
(Federico Anelli)
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