Curiosamente, il lavoro di Ankubu, italianissimo artista di Pordenone, rimanda ad atmosfere anni Ottanta, scantinati berlinesi o londinesi, folti di soggetti che sembrano pipistrelli, che si dimenano, cupi ed ossessivi, in mezzo queste onde sonore ora martellanti, ora semplicemente accennate. Tutto ciò è curioso perché il nostro negli anni ottanta ancora non esisteva, essendo nato nel 1989, quindi non di plagio si può parlare, ma di echi lontani che, rimaneggiati con un’elettronica più che mai attuale, rendono un ambiente sonico avvolgente e, a tratti, mistico.
Tra i titoli figurano parole come “funeral”, “dead”, “sad”, ma non di soli accenni dark è fatto questo album. L’ambiente sonico di cui si diceva poco sopra evoca la magia elettronica di un altro friulano di cui si è scritto su queste pagine circa un anno fa, quel Sonambient con il quale Ankubu ha collaborato remixando un suo brano. Perché nonostante la giovane età, Ankubu ha all’attivo un demo, “Daily Suicide” (2007) e un nuovo lavoro, “Divergences”, di imminente uscita.
Questo “The Failures” è di due anni fa (ma pubblicato nuovamente a Luglio di quest’anno, ndr), i brani per la gran parte sono strumentali e la ripetizione di certi intermezzi è il loro punto di forza e al tempo stesso il loro limite; il loop è vincente, da un punto di vista sonoro, ma riproporlo tale e quale non rimanda a un effetto catatonico bensì, a tratti, stancante. Sviluppare certe tonalità più incisive ed espanderle senza riproporle pedissequamente potrebbe essere la chiave di volta e donerebbe ad Ankubu quella specificità di cui sicuramente è portatore sano e che, sono sicura, contraddistinguerà le nuove produzioni. Attendiamo fiduciosi e questo tulipano nero sboccerà in tutta la sua unica e rara bellezza.
(Patrizia Lazzari)