È proprio vero che le canzoni migliori le aiuta la Fame Dischi perché il bel lavoro discografico del cantautore romano Claudio Rossetti, noto con lo pseudonimo de Il Rondine, è il prodotto della vittoria del secondo “concorso” che l’etichetta organizza per promuovere un sacco di progetti emergenti e farne entrare uno nel proprio roster. Eccoci, dunque, a parlare di Può Capitare a Chiunque Ciò Che Può Capitare a Qualcuno: canzoni tra pop e punk senza tralasciare qualche inserto “elettronico”, il tutto rivestito di un sapore lo-fi che conferisce simpatia all’intero lavoro.
La primissima impressione nell’ascoltare il lavoro di Rossetti è quella di essere di fronte ad cantautore molto sagace e fine nel ripetere per ogni pezzo frasi semplici, particolarmente adatte a descrivere piccoli stralci di vita normale. Non ci sono, quindi, astruse trovate metriche o poetiche da intellettuale di seconda scelta. Piuttosto, invece, in alcuni momenti mancano degli indizi utili a decifrare il vero significato di qualche pezzo che rimane, dunque, ermetico. Partendo dal “singolo” che ha lanciato Il Rondine presso La Fame Dischi, “Morto”, possiamo notare le influenze di progetti pop punk storici nostrani quali Tre Allegri Ragazzi Morti e Minnie’s, ma deturpati della distorsione dura da punk rock per lasciare spazio al lo-fi sporco più vicino ai partenopei Pedalò o i pesaresi Altro. La canzone elenca una serie di persone morte facendo qualsiasi cosa, aumentando la tensione ipocondrica del protagonista che pare ritrovarsi immobilizzato dalla paura di lasciarci le penne, con un padre attento che non fa altro che raccontagli episodi tragici. Un altro pezzo che ha catturato la mia attenzione è l’opener “Pregiudizio su Sergio”, pezzo pop d’autore à la Public, con un ritornello che ti si appiccica in testa come è accaduto a me e ai miei compari a cui ho propinato il disco in macchina e siamo finiti a canticchiare la canzone chiedendoci come mai Il Rondine ce l’ha tanto coi Sergio… Eccezionale! Ci tengo poi a menzionare “Mi Fido Più di Me”, in cui pare di ascoltare Bianconi dei Baustelle in una vesta ironica e cinica allo stesso tempo… L’innamorato del pezzo, infatti, dopo aver scoperto che la sua bella gli ha mentito riguardo ad un aspetto di non poco conto, rinfaccia alla bugiarda di restituire ciò che ha preso dai genitori in un vortice di surreale rassegnazione dopo la perdita di fiducia.
È interessante notare come ogni messaggio dei pezzi passi attraverso poche frasi ripetute quasi ossessivamente. Negli episodi descritti questa scelta stilistica ha sicuramente successo, ma non si realizza la stessa magia per i pezzi più lenti come in “In Tempo” e “La Settimana Differenza”.
A conti fatti il disco de Il Rondine soffre un poco della ripetitività della proposta, soprattutto per quanto riguarda i testi, ma, grazie ad una produzione molto godibile e all’intrigante idea di fondo strappa una sufficienza più che abbondante.
(Aaron Giazzon)