Della serie piccoli talenti crescono, fanno poco rumore, ma lasciano tracce e profumi intorno a noi che girano e girano come a scavare impressioni ed emozioni dalla sostanza di un battito d’ali. Piccolo preambolo per presentare il debutto ufficiale della cantautrice trentina, Silvia Caracristi, che con Orbita si prende un personale percorso musicale, intimo, soffice e della porta accanto, percorso che assorbe l’ascolto in pieno, come aspettare l’alba per un disincantato giorno a venire.
Dodici tracce in punta d’anima, quotidianità, rapporti, sguardi e pensieri che si mettono in fila per tirare fuori la loro migliore realtà, un tratto generale delicatissimo che rimbalza intorno ad un cantato genuino e semplice, una scrittura iridata di intuizioni aperte e nel contempo ricercate tra languori e impalpabili tormenti. Registrato nel suo studio con l’ausilio di Gabriele Pierro, il disco è un inno alla femminilità che – tra lontane assonanze di Petramante, Claudia Fofi e Bat for Lashes – arriva dritto al cuore dell’orecchio anche per la sua minimalità esecutiva ma soprattutto per il rarefatto che nella tracklist si fa cielo e mare senza mai toccare terra.
Si, dodici tracce che si innescano con la forza di uno spiffero di vento, pop cantautorale che nel caracollare di “Medaglia d’oro”, tra le nuvole di più speranze (“Pezzi di cielo”), gli strati vocali di “Ulisse”, nelle pieghe di domande (“Canzone stupida”) e nella solitudine cristallina che stilla “Candida”, lancia uno sguardo lucido e agrodolce che percorre le ragnatele della vita. Debutto Doc!
(Max Sannella)