L’impressione, è che per la realizzazione di Alieno sia stato speso, o meglio investito, davvero molto tempo. Non è un fatto di quantità, bensì di qualità: è un fatto di cura. E se poi quest’impressione si rivelasse sbagliata; se stessimo invece parlando di un album, da un punto di vista meramente temporale, buttato lì… Beh, allora chapeau (ed a maggior ragione). Perché ogni singola nota suonata dai Mangarama, è quella perfetta per quel momento, da sola, ed allacciata alle altre.
Il cuore che pulsa è post rock; la mente fa tanti voli, soprattutto in fatto di sonorità e strutture: una morbidezza sperimentale in crescendo, chitarra elettrica ed elettronica in un cubismo coi paraspigoli, rullante aperto a rilasciare riverberi. La voce maschile, sognante e carezzevole, è la linea melodica che meglio racconta l’anima di una band dalla sensibilità fuori dal tempo e dai luoghi comuni; testi in italiano, profondi e raffinati (che comunque non costringono ad interpellare l’Accademia della Crusca), a parlarci delle cose più o meno grandi di questa nostra vita in maniera mai banale.
Se vi piacciono parentesi di quiete, se vi piace l’elettronica non violenta(ta), se vi piace ascoltare roba non troppo incazzata… Se amate il buon rock (che può essere anche così).
(Sara Tramenote)