Dunque, parlare di post-rock alla fine del 2014 non ha ormai più un gran senso, un genere limitato e prolisso per sua natura che porta inevitabilmente alla noia. Quando da ragazzino mi sono avvicinato a questo “filone” subito mi sono entusiasmato per la forte capacità di emozionare evocando tranquille terre desolate per poi diventare tempesta, un fuoco che però nella maggior parte dei casi si rivela di paglia e ci si rende conto che poche band hanno avuto la capacità e la fame artistica per evolversi e rimanere a galla, una tra queste gli inossidabili Mogwai.
Dopo questa smerdata però voglio tirare in ballo una band di Sidney che sembra avere parecchie cartucce buone da sparare, si tratta dei Sleepmakeswaves che giungono alla seconda prova dopo aver raccolto buone critiche con il precedente “And so we destroyed everything“. Il nuovo disco dal curioso titolo Love of Cartography si spinge verso lidi elettronici ma senza snaturare la matrice strumentale del gruppo, dieci tracce dalla durata non eccessiva che spaziano dalle classiche cavalcate di chitarroni a suoni digitali usati come bisturi che conferiscono ai quattro “canguri” una certa originalità. Appena clicco su play “Perfect Detonator” si fa strada tra continui sali scendi di chitarre aggrovigliate e synth alla velocità della luce, un brano per i fan di Explosions in the sky e simili ma ce ne sarà per tutti i gusti. Consapevoli del rischio di far addormentare l’ascoltatore sparano una potente “Traced in costellations” con corde nervose e tracce di melodie pop che si assecondano magnificamente per passare ai suoni cristallini di “Great northern” tra bit genialmente fuori tempo, un pezzo tutto sommato semplice ma pieno di fascino.
(Andrea Tamburini)