A distanza di poco più di un anno, ci ritroviamo su Shiver a parlare di una nuova uscita di Tricky. Dirò subito, a scanso di equivoci, che questo Adrian Thaws, come il precedente “False Idols” conferma la parabola ascendente di un artista che tanto ci ha dato in passato, in termini di originalità ed innovazione musicale. Elemento di forza di questo lavoro sono sicuramente le collaborazioni con le vocalist femminili, che conferiscono quell’apporto magico all’intero album, se avvolge e coinvolge è soprattutto grazie a questi sapienti intrecci canori.
I tre singoli che anticipavano l’album, usciti tra giugno e agosto, hanno come protagoniste Francesca Belmonte (“Nicotine Love”), Mykki Blanco (“Lonnie Listen”) e Tirzah (“Sun Down”). E non sembra un caso, visto che la loro partecipazione attribuisce un marchio di qualità ad un disco il cui titolo riporta il nome e cognome reali di Tricky ma che sembra, però, caratterizzato dalla personalità canora di ognuna di loro. Tricky ricopre il ruolo di deux ex machina, di produttore/cantante che mette insieme una squadra di artisti/e la cui collaborazione, orientata in una direzione ben precisa, porta ad un risultato mirabile e pregevole, rendendo un tessuto musicale che lui stesso definisce “da club”; Tricky fa sentire la sua voce, ma resta in sottofondo, re-inventandosi un suo spazio e lasciando ampio margine di espressività alle sue compagne di avventura.
E così nascono e volteggiano brani dall’atmosfera più soft, come quelli cantati da Tirzah (il già citato “Sun Down” e il più solare “Silly Games”) e altri più pulsanti, come quelli in cui è la voce cristallina della Belmonte ad accompagnare i nostri sensi – sicuramente la cantante italo-londinese si candida ad occupare un posto di rilievo nelle future produzioni di Tricky, visto che è presente in ben quattro brani, non a caso tra quelli più incisivi e “di presa” dell’intero disco, come “Something In The Way” e “I Had a Dream”. Relativamente alla tracklist, menzione speciale per “Gangster Chronicle”, dove è la voce graffiante della rapper Bella Gotti ad essere protagonista, mentre lo sparring partner Tricky spunta elevando ogni tanto campionamenti del celebre grido di “Unfinished Sympathy” su un impianto totalmente hip hop, quasi un’autocitazione del proprio passato in chiave ironica. Ritroviamo poi la bellissima e bravissima cantante di origini nigeriane Nneka (“Keep Me in Your Shake”) e la danese Oh Land, nel brano più elettronico ed emozionante dell’intero album. Insomma, si ascolta e si riascolta in continuazione, come in una ipnotica nottata passata in un club, ma pieno di luci e senza nessuna ombra.
(Patrizia Lazzari)