Dopo tre anni di silenzio, dal West Virginia tornano a pestare duro – e non lo fanno con timore – i Karma to Burn, una potenza senza parole (nel senso solo strumentale) che sprofonda radici in uno stoner polveroso, famelico e metallizato a dovere, un melodramma amplificato a manetta gravido di pedaliere ossesse e soluzioni totemiche che fanno muro contro ogni altra forma musicale, qualunque essa sia.
Otto tracce che come nome hanno una numerazione progressiva e come carattere il punto di fusione energetico di un terremoto lavico, si, poche parole e tutto un sound che scolpisce l’ascoltatore con la compressione oscura e totalmente in contrasto col silenzio, mine soniche sparate a raffica per tutto l’album; con questo lavoro i nostri paiono tornare alle loro radici metal/mistiche, con quel qualcosa dentro che urla, dinamizza ed esplode tra occulti spiritualismi e nevrosi incontrollate, una produzione destinata ad avvinghiare l’anima di chi – anche inavvertitamente – cade in queste spire elettriche.
Una band oramai di culto, una espressività luciferina e bombastica che nella sua “melodia” a maglio regala perversioni contagiose e secchiate di benzina sul fuoco sacro dello stoner (“Fifty –Eight”, “Fifty-Six”, “Fifty-five”), mentre il resto della tracklist fa da contorno ad un micidiale energetico bailamme hard. Puro, accattivante e zolfato in ogni dettaglio.
(Max Sannella)