Questa bella indie band di Teramo ci lancia un bel disco, che io ho decifrato solo dopo i primi 3 ascolti, ma ad ogni nuovo riascolto funziona sempre meglio. Il registro è evanescente ed affascinante. Colloco i Delawater all’estremo opposto rispetto alla mia beneamata Lady Gaga, ecco. Allora joypad fra le mani e premere start. Finalmente global, cantiamo in inglese, mangiamo giapponese, immaginiamo americano. “bam boom bang oh my god!”
“Far From Cartoons” è pura “nostalgia istantanea” (cerca la cit.). “story of talking dogs and infamous birds /or ambitious cats, taste of a paste /drowing in a baby’s eyes”. Prima song, primo bellissimo testo (primo di molti). Stiamo vivendo un’ epoca in cui è contenuta più verita nei cartoni animati che nei telegiornali. Visto che i primi provengono dall’ inconscio e posso scrutare gli universi, mentre i secondi originano da perversioni mentali e sprezzante malafede. Perciò: Cartoni GO! (Nagai). “Now I Can See No more” Da questo pezzo comincio ad accostare il lavoro dei DELA‘ ai miei beneamatissimi The Thrills. “Maiami” vista da lontano. Non tiro fuori gli Smiths perchè loro sono già substrato naturale di ogni indierock-band che sia capace di lirismo aereo ed ammiccante turbamento (??? scrivere di musica fa male…). Insomma: “Maiami” in lontananza, lirismo aereo e The Thrills. “Playing Wipeout”: qui si accende il rilevatore di HIT. Questo è l’episodio dell’album che più soddisfa le mie esigenze di compiutezza pop. “Like a pilot in the air” è come ci piace sentirci quando suoniamo e quando ascoltiamo musica, se siamo in forma. WipeOut è un videogame che ha generato anche un album soundtrack che lista anche The Prodigy e Chemical Brothers. “Lo-Fi Soldier”: Drammatico e dolcissimo brano “cinematografico”, dall’emozionante arrangiamento saggiamente didascalico, in interminabile crescendo. Secondo i miei occhi chiusi la song sonorizza una scena in cui un soldato lascia il proprio corpo al momento del trapasso. “Me and Tina Wanna Dance Tonight”: La radio del College manda questo brano mentre tutti, tranne i secchioni, si stanno già preparando per un mega ball party che squasserà l’intero campus. Marty McFly abbraccia la sua brunetta ideale, mentre i DELAWATER cantano di tenero amore e della goffaggine nel ballo, tipica di chi applica troppo senso critico. “Is Running Fast This Car?”: Mentre cerchi di interpretare la figura che sottende a cassa&rullante, stai nuotando fra le bolle di un colorato oceano psichedelico. Il lirismo del text fa volare il mio pensiero ai miei superbeneamati The Killers. Auto di latta impolverate che sfrecciano verso la rispettabile gloria del nulla. “This Place Doesn’t Build Opinions”: Ancora un testo che ci dona spunti per riflettere in profondità. Mi pare che parli di “giungere fino a dove non esistoni i giudizi”. Arrangiamentone orchestrale per una interpretazione vocale particolarmente azzeccata. “Bluebirds Sing In The Wind”: Vi è mai capitato un merlo, fuori dalla finestra, che risponde inequivocabilmente alla musica che state ascoltando, contrappuntandola?
Scrivo mentre una colonia di rondini (redivive dopo anni) sta animando il cielo sopra il cortile al tramonto, mentre atterra anche l’ ultimo paragrafo del nuovo libro dei Delawater. Questo è un disco ideale per il campus. I Delawater sono indiessimi, hanno testi a fuoco e profondi e dolci, scattano indie polaroid di zucchero amaro (tipo quello di stevia). “Open Book At Page Eleven” è un diario musicale compilato a pennarelli colorati per adulti. Beato chi entrerà in sintonia con il groove fuori dai quadratini di questa band, potendo così accedere alla loro dimensione, felicemente umana.
(Emme Stefani)