Una faccenda di contrabbando da risolvere, lo sguardo di troppo alla donna sbagliata… Di troppo anche il bicchiere, la rissa: fottutamente country. Delaney Davidson è blues, è folk rock; Swim Down Low è malinconico, a tratti bluegrass. Sarà forse che oggi ho visto “Alabama Monroe”.
Il quinto album del cantautore, neozelandese di nascita e giramondo d’adozione, possiede un sound estremamente old-fashioned, che richiama immagini d’entroterra statunitense e cowboys ma, anche, ritratti di predecessori quali Lou Reed e Nick Cave; i brani non divagano, sviluppandosi con quelle precisione e semplicità tipiche del genere. La voce del menestrello è carica dell’amarezza di chi ha vissuto, e risuona rotonda in questo spazio, dove sono gli strumenti a corda, sopra gli altri, a tracciarne i confini.
Dieci tracce per una mezz’ora abbondante di puro rock cantautorale che si lascia ballare, cantare ed ascoltare con la stessa semplicità e su cui, ben venga, c’è ben poco da dire.
(Sara Tramenote)