Un’antica ispirazione naturale e una forte essenzialità espressiva ricorrono con estrema forza nel nuovo progetto sperimentale firmato Old Bycicle Records: in questa cassetta, l’ottava della serie tape crash, troviamo da un lato il nuovo duo composto da Mattia Coletti e Simon Skjodt Jensen, in arte Own Road, dall’altro i Powerdove di Annie Lewandowski che qui si unisce a Thomas Bonvalet (L’Ocelle Mare) e a John Dieterich dei Deerhoof.
Suoni primigeni che si sviluppano lungo un unico brano firmato Coletti/Jensen dal titolo ”Flower Names” che si snoda su binari sporchi e acustici, espressivamente rozzi a fare da contraltare alla voce evanescente del danese Jensen; qui dentro c’è tutto il prewar folk, le prime incisioni su disco negli anni ’10, lo spirito di Woody Guthrie e Pete Seeger, la storia dell’America dimenticata dei primi decenni del Novecento, quella del folk in bianco e nero che pose le basi della musica popular di tutto il secolo. Poveri diseredati ed eccentriche dive, ingenui contadini e scaltri professionisti, vagabondi disperati e avventurieri senza scrupoli, peccatori e santi, clown da quattro soldi ed entertainers raffinati. Un’elettronica primigenia a sporcare il tutto con una polvere calda, che offusca e distorce. Atemporali e preziosi i tre brani offerti dai Powerdove, che scompongono e incantano con l’antico free folk di ”When You’re Near”, simbolo di un approdo di sensibilità diverse e complementari, omaggiando e smuovendo al tempo stesso il lirismo polveroso della tradizione con arrangiamenti solidi. Ballad inattesa con ”Storm signals”, disadorna e limpida mentre il finale di ”Under awnings” regala un piacevolissimo carnevale midwest in mezzo a chitarre e clapping. E quel che emerge da questo bellissimo nastro è la spontanea e potente fluidità di armonie acustiche, tanto scarne quanto dinamiche; le partiture sghembe, i contrasti voce/mezzi elettronici, e un minimalismo delicato incuriosiscono e regalano un ascolto prezioso nel suo essere eclettico ed estatico. Vicino ai primi lavori di J.Tillman in alcuni momenti e assimilabile al noise più Sonic Youthiano in altri, questa ottava tape crash della Old Bycicle Records, spiazza e ipnotizza come l’asfalto che luccica in pieno luglio. Ancestrale.
(Beatrice Pagni)