Premessa. Noto che da alcuni anni in Italia si sta facendo strada un gran numero di cantanti urlatori che, nell’insistenza di esibire la propria potenza vocale, infarcisce ogni brano con discutibili vocalizzi e svolazzamenti canori. Questa tipologia di cantante, oltre a togliere originalità alle canzoni, si riduce irrimediabilmente per essere il clone di qualcun altro che – purtroppo per noi – esiste già.
Bè, la nostra Barbara Cavaleri, classe 1983 da Novara, trapiantata a Milano, è una di quelle che stanno provando a sovvertire questa tradizione nazional-popolare dimostrando come si possa calibrare e dosare – pur avendone – la propria voce per creare un disco quasi perfetto. Buon gusto, eleganza e misura sono il biglietto da visita di So Rare, terzo disco della cantautrice, denso di quell’atmosfera ovattata e sensibile che poi svela un’anima grintosa e molto pop ed una voce cristallina.
La lunga permanenza a Londra, dove ha avuto inizio il processo compositivo, conferisce al progetto, interamente cantato in inglese, un’impronta internazionale che ricorda (i giornalisti ‘hanno bisogno’ di paragoni!) l’Alanis Morissette degli esordi. Come contorno un background che attinge al jazz e al soul, lo studio del canto iniziato a 10 anni e la ritrovata collaborazione-amicizia, iniziata già con il precedente disco Someone’s speaking (prodotto poi da Ugo De Crescenzo), con l’ex cantante degli Amour Fou, ora produttore, Leziero Rescigno; il quale imbastisce un tessuto musicale sofisticato e omogeneo intorno alle sfumature stilistiche dell’autrice, realizzando un album affascinante, che funziona sin dal primo ascolto. Progetti alternativi come il teatro hanno conferito a Barbara quella giusta dose di esperienza rafforzandone l’impronta artistica. Chi vuole sentirla in italiano può ascoltarla nell’Ep di esordio Ad un passo dal sogno del 2006; oppure andarsi a sentire la struggente cover di “Cosa sono le nuvole” di Modugno ( e riaffiora inevitabilmente alla mente la lezione della grande Mina) totalmente priva di quegli inutili orpelli dei quali parlavo in apertura. L’avvio della registrazione di “So rare” è stato possibile grazie ad una campagna di crowdfunding avviata su Musicraiser. Nelle 10 tracce del disco Barbara riesce a dimostrare talento e originalità attraverso brani convincenti come “Holes”, “Desire”, “Just do it again” e una propensione al pop in “So rare” e “Up”, riuscendo a comunicare le sue emozioni con assoluta credibilità. Tutto l’album emana una voglia di ritorno alle origini, concetto rafforzato dall’intensità dei testi e dalle immagini del booklet che ritraggono libri e alberi fluttuanti nel cielo sullo sfondo di grattaceli grigi, come in un universo sospeso sottosopra.
La Cavaleri pare avvolta da una personalità discreta e intima che trasmette anche nel suo lavoro di songwriter. “Rainbow” parla del sogno come unica scappatoia in un mondo dove ogni cosa sembra cambiare troppo in fretta. Il video di “Desire” mette in luce i modelli negativi attraverso i quali ci si confronta quotidianamente, dalle risse in tv, alle donne seminude, ai social network che allontanano dall’autenticità dei rapporti.
Sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire una cantautrice che sta inseguendo una strada del tutto personale lontana dai rigidi schemi della discografia nostrana, e proprio per questo più in salita di altre. “So rare” può rappresentare l’inizio di una promettente carriera e la svolta musicale decisiva per consacrare Barbara artista di pregio.
(Agatha Orrico)