Me lo immagino davanti al pc, molto più probabilmente un Mac, con i Wayfarer neri un po’ calati, il sorriso sghembo sotto ai baffi scuri mentre fa l’evasivo perché tanto è un’intervista via mail quindi nessuno può pungolarlo. Invece Esben Valløen, l’altra metà dei Reptile Youth con Mads Damsgaard Kristiansen, era semplicemente seduto alla scrivania e rispondeva alle domande poste con il brio di un musicista che ha appena pubblicato il suo secondo album e non vede l’ora di suonare su un palco. Certo, il personaggio svogliato e ammiccante coincide maggiormente con l’immaginario legato al duo, fatevi una googleata nelle immagini e assaggerete l’allure nordico-bohemien che li circonda. Il duo originario di Copenaghen ha la fama di essere piuttosto scatenato nei live e di svoltare il sound patinato presente sui dischi in qualcosa di più energico e aggressivo. Di seguito qualche piccola domanda a cui le dita affusolate di Mr. Valløen hanno risposto. Emoticons comprese.
Che tipo di formazione avete, sia come persone sia come musicisti? Come avete deciso di dare vita ai Reptile Youth?
Sin da ragazzini entrambi abbiamo suonato in diverse formazioni alternative e ad entrambi piacciono LCD Soudsystem e The Chemical Brothers. La differenza principale tra noi due è che Mads trae ispirazione dal folk e dall’hip hop mentre io ascolto molta musica elettronica che ha un buon groove ma è senza parole. Credo che sia questa nostra differenza d’approccio a renderci una buona squadra.
La vostra musica ha vibrazioni elettroniche ma anche una dose di pop e un tocco “sognante”. Come siete riusciti a distillare un mix del genere?
Semplicemente creiamo qualcosa che per noi ha senso e di solito funziona 🙂
Com’è la scena musicale a Copenaghen?
Accadono molte cose, è una città in fermento. Abbiamo sia ottimi gruppi punk come Iceage e Synd og Skam sia band di electronic pop come i WhoMadeWho e i Rangleklods.
Ho letto che in “Rivers that run for a sea that is gone” avete chiesto a tre musicisti di unirvi alle registrazioni. Come ha cambiato il vostro lavoro?
Si tratta di un gruppo electro punk che si chiama Broke, lo scorso anno li abbiamo portati in tour. I ragazzi hanno anche suonato dal vivo con noi e sono diventati una parte importante durante i live per cui abbiamo deciso di coinvolgerli anche in studio. La loro presenza ha dato una vibrazione diversa a questa seconda pubblicazione, un aspetto più live. Inoltre il suono è più organico perché tutto è registrato su nastro…
Per il vostro album di debutto avete pubblicato un video diverso per ogni canzone. Cosa avete intenzione di fare per il nuovo nato?
Qualcosa di diverso 😉
Parliamo della copertina del vostro album. Avete scelto una fotografia apparentemente disturbante. Chi è l’autore dello scatto e dell’artwork? Credete che rappresenti al meglio le vostre canzoni?
Abbiamo deciso di lavorare con Roger Ballen perché troviamo i suoi lavori molto avventurosi. Le sue immagini da un lato hanno un aspetto molto misterioso ma allo stesso tempo giocoso. L’atmosfera che crea calza a pennello con la nostra musica.
Se dovessi scegliere un’immagine, un oggetto o una parola, per descrivere una sola delle vostre canzoni. Cosa e quale sceglieresti?
Un arcobaleno per JJ.
A proposito di JJ è una canzone che ha un grande impatto però anche altre canzoni di questo album hanno un bel ritmo e melodie accattivanti. Perché avete scelto proprio JJ come singolo e non per esempio “Above” o “Colours”?
Amiamo in ugual modo tutte le canzoni dell’ultimo album però JJ ha una storia speciale. Parla di un tossicodipendente della nostra città ed è una specie di corrispondenza in merito alla sua esperienza.
Ho letto che i vostri live sono molto più punk che pop. Cosa ci dobbiamo aspettare dalle vostre prossime performance?
I concerti sono la parte più onesta e rappresentano fedelmente ciò che siamo. Diamo sempre il centodieci per cento sul palco.
(Amanda Sirtori)
Foto: Fanpage facebook