E se volete un disco da ballare e ascoltare per intero come si faceva una volta e si dovrebbe continuare a fare, sentitevi gli Hysterical Sublime a casa, in viaggio e nelle vostre cazzo di cuffie mentre fate la corsetta quotidiana. Dopotutto sono quattro pezzi soltanto, non vi costerà certo lo sforzo di un intero album, sforzo che di questi tempi di fruizione musicale sempre più istupidita sembra titanico. Qui no, è facile: siete di fronte a un disco che, arrivati all’ultima traccia, riprogrammerete da capo sui vostri aipod, aipad, aifon e ai-quelchevipare. Ma provate su un impianto hi-fi come si deve, e alzate il volume.
Perché qui c’è una voce di tutto rispetto – che osa magnificamente perfino i falsetti – vestita di un’elettronica come si deve ovvero fuori da ogni cameretta (e dagli insopportabili e imperanti progetti solisti elettroinutili) e invece corroborata dai fantastici sapori dance, in un disco che potrebbe perfino illuminarvi l’inizio della primavera e poi tutta l’estate. Fatevelo durare questo disco, che è un piacere. Arriva direttamente dal cervello e dalle orecchie alle vostre gambe che non potranno fare a meno di accompagnare il ritmo. Gli Hysterical Sublime sono una band di Palermo che in quattro brani ha racchiuso parecchia roba. Tutto ruota intorno al violoncello di Angelo Di Mino, su cui si innestano bassi meravigliosamente profondi, chitarre elettriche da sogno, batteria energica quanto basta e synth come se piovesse. La voce e i cori (“Where” è magnifica) fanno il resto ed ecco un prodotto perfetto per ogni uso: energizzante, romantico, riflessivo, rilassante. Da dancefloor e da divano. Mica facile fare quattro pezzi e racchiuderci completezza: gli Hystercal Sublime ci sono riusciti. Se poi si aggiunge che la band si ispira all’isterico sublime del filosofo psicanalista sloveno Slavoj Zizek, si capiscono molte cose, e con l’elemento cultura a fare da base si rasenta la perfezione. Era dagli anni Settanta, quando impazzava la discomusic colta e artigianale, che non si sentiva un pezzo come “Gimme”.
Un ep che in modo fruibile e originale facesse proprie influenze che spaziano dalla disco ai Radiohead passando per la new wave anni Ottanta, mancava nel panorama indipendente italiano, e adesso c’è. L’ha prodotto Marco Tentacoste già al lavoro con i compianti Deasonika e Bluvertigo, per dire.
Nota a margine: non so se prima di autoprodursi gli Hysterical Sublime abbiamo fatto il solito giro delle etichette: se così fosse e non ne avessero trovate, è la conferma di come le etichette indie non capiscano niente, e se invece avessero deciso per l’autoproduzione senza interpellarne nessuna, è un altro bel segno dei tempi musicali che stiamo vivendo, e la conferma che i prodotti migliori si fanno da soli.
(David Drago)