Quasi due anni fa usciva Day By Day, EP d’esordio dei capitolini Phonic Culture Club (PCC): un otto tracce di delicato slowcore essenziale e carico di bellissime melodie pop. Three è il nuovo lavoro della band ed è uscito a novembre splendidamente autoprodotto come l’esordio del 2012, ma più conciso contando soltanto tre tracce.
Inutile dire che la notizia della nuova uscita dei PCC è una graditissima sorpresa se poi si aggiunge il fatto che la musica di Three è bellissima allora possiamo certamente dire di essere davanti ad una nuova promessa della musica italiana con una spiccata vocazione estera. I pezzi sono, infatti, ancora una volta cantati tutti in inglese e con un nuovo gusto dolcemente elettronico che garantisce la costruzione di un’atmosfera fresca e delicata in perfetto stile neo folk. L’iniziale “Grow Up” è un delicato pezzo di pop d’autore sorretto da un tessuto elettronico dolce su cui si inseriscono delicati accordi di chitarra, vero marchio di fabbrica che caratterizzava “Day By Day”. “Radici” ha un bellissimo coro che sostiene la voce che mi ricorda certi Primal Scream. In questo pezzo l’elettronica svolge un ruolo ancora più defilato, ma intenso come ci hanno ben insegnato gli Offlaga Disco Pax. L’EP si chiude col singolino “Broken City”, il pezzo più chitarroso del lotto e legato al passato recente della band. Infatti sono delay e feedback a farla da padrone, valorizzando la splendida linea vocale, che, ancora una volta, incanta per efficacia e semplicità.
“Three” è, dunque, un’altra ottima prova che non può che far ben sperare nella crescita del combo romano, ormai rivelatosi come una delle rivelazioni più sorprendenti degli ultimi tempi.
(Aaron Giazzon)