I colori nero e rosso sangue fanno da sempre parte dell’immaginario degli OvO, con l’ultimo lavoro Abisso hanno trasformato, tramite Malleus, i tentacoli del mostro emergono dal fondale marino e si estendono oltre la superficie afferrando la libertà. Con questo settimo lavoro il duo, seguito nelle registrazioni da Giulio Ragno Favero, ha iniziato a inserire nel suo discorso musicale suoni elettronici. Il minimalismo noise assorbe i nuovi elementi e si arricchisce.
La calma con cui inizia “Harmonia Microcosmica”, una lenta emersione ricreata con sample e field recording, poi la batteria sintetica esplode, la voce di Stefania Pedretti incarna l’urlo primordiale della creatura marina. L’elettronica viene inglobata nel suono degli OvO con grande naturalezza, gli elementi focali restano l’estrema versatilità vocale di Stefania e la batteria di Bruno Dorella, gli altri elementi, gli effetti, non si condensano ma espandono il discorso musicale trasformando “Tokoloshi” in un vodooo elettronico. “I Cannibali” con i suoi eccessi noise e la batteria marziale è la canzone che più si lega al passato recente del suo, leggi alla voce Cor Cordium. Invece il territorio veramente inesplorato si inizia a vedere con le due partecipazioni presenti nel disco. “A dream within a dream”, in cui la voce è parzialmente affidata a Alan Dubin, il ritmo sovrastato da un brusio innaturale, quasi un’interferenza comunicativa, segue la voce viscerale e sofferta della cantante fino a che non si inserisce Mr. Dubin. L’incontro genera una sovrapposizione disturbante e ammaliante. Mentre nella conclusiva “Fly Little Demon” compare Carla Bozulich con i suoi Evangelista, scegliendo di comporre una melodia oscura e vibrante, intrisa di elementi classici come il pianoforte e l’hammond ma usati a contrasto per aumentare e sottolineare il destino nefasto. Tema che continua in “Anesis”, una marcia marziale di assoluta potenza in cui la batteria e la chitarra in feedback conducono l’ascoltatore in un tunnel sonoro opprimente, che si estende in “Harmonia Macrocosmica”, potenza elettronica dal ritmo ossessivo. Con “Abisso” il gioco spettrale in cui le voci si sovrappongono in una babele contrasta con l’esaltazione furiosa di “Pandemonio” una precisa distorsione di chitarra supportata dalla bacchetta chirurgica di Dorella. La sperimentazione a cui il duo da sempre si ispira e a cui aspira trova sempre nuove strade da esplorare.
(Amanda Sirtori)