Ci si stupisce sempre quando si trovano band di qualità dal suono caratteristico con testi cantati in inglese e poi si scopre che sono proprio nostrani, colpa di molti preconcetti verso la musica pensando che le belle cose possano venire solo Oltremanica. There Will Be Blood portano un vento di novità che per la precisione soffia da Varese, è un vento torrido e sabbioso che odora di rock n’ roll e blues viscerale.
Iniziamo quindi ad ascoltare Without e subito ci accorgiamo dei punti di riferimento della band, l’iniziale “Ain’t No Places,No Matter” ricorda i primi Black Keys mentre la successiva “Twister” è un concentrato di stoner, terra polverosa, chitarre graffianti e percussioni quasi marziali che ti fanno sentire un cowboy tamarro, ma questo è solo l’inizio perchè la carrozza è appena partita ed è ancora piena di distillati artigianali. “Kneel To Your Slave”: ed è tempo per il woodoo e la magia nera, l’atmosfera si fa più cupa e pesante e il carro viene trainato da un cavallo nero che viene direttamente dall’inferno, i There Will Be Blood non hanno nessuna intenzione di mollare la presa e lo fanno mantenendo sempre alta la tensione senza tante morbidezze inutili, così anche la quasi ballata “My face carved in stone” con quell’iniziale andatura sbilenca e sincope si fa sempre più rumorosa fino ad arroventare le corde. Un dubbio sorge spontaneo e viene da domandarsi se in questo disco ci sono cadute di stile o semplicemente sia presente una canzone di merda ma la risposta è no, c’è solo un tentativo di avvicinarsi ad un rock più civilizzato e radiofonico, è la meno esaltante “Souls Cart” che comunque non sfigura più di tanto, ma è del rumore che abbiamo bisogno e “Truck” ci accontenta subito, è un tir impazzito che corre a tutta velocità lungo una strada dritta ed interminabile e punta in direzione della vostra auto che gli sta davanti, i muri di chitarre si placano a più riprese lasciando traccia di qualche speranza di fuga ma alla fine sarà il caos ad avere la meglio. L’acustica e westerniana “Snout” è un bellissimo esempio di come l’essenziale è in fin dei conti tutto ciò di cui si ha bisogno, un country blues che sa di whiskey e saloon. La “lenta” che ancora non c’è stata si fa attendere quasi fino alla fine, “Deepest Well” attraversa le strade deserte del cuore, i semafori sono spenti e viaggia in silenzio. Si chude in grande stile con “Last March”, una vera e propria marcia spinta da percussioni martellanti e insistenti, quasi sette minuti che ci riportano alle alle radici del blues e la musica tribale.
There Will Be Blood è uno di quei gruppi da salvaguardare e tenere d’occhio perchè il loro disco potrebbe fare tranquillamente il “culo” ai Gutter Twins.
(Tamburini Andrea)