È lei la vera rocker italiana: fiera, libera, piena di un talento che affonda le radici in una lunga e sfaccettata carriera, che lei ha saputo guidare senza mai rinnegare niente, reinterpretando in modi diversi le sue hit più famose (basta ascoltare il magnifico album “Live stazione Birra”), cantando Piero Ciampi come solo lei sa fare, regalando nuove splendide versioni di alcuni pezzi di Battiato o degli Avion Travel (in “Nada Trio”) e naturalmente scrivendo i suoi brani inediti che compongono album sempre potenti, da “L’amore e fortissimo e il corpo no” a Vamp fino a questa nuova creatura, Occupo poco spazio che è un altro incantesimo vero, concreto, duro, scomodo e bello come la realtà che si guarda in faccia.
Nada ha da tempo abbracciato l’indipendenza e per la sua musica si circonda di band e musicisti di gran livello, da Spinetti e Mesolella a Zen Circus e Criminal Jokers, collaborazioni che sono un proficuo e spettacolare scambio, e non solo dei semplici ‘featuring’. “Occupo poco spazio” è un album consapevole e pieno di forza, testi lucidi e rock d’autore. Ad iniziare dal singolo che lo lancia, “L’ultima festa”, in cui Nada intona, ribelle e ironica, il funerale di un mondo e di un Paese, il nostro, che danza sull’orlo del baratro. Eppure, c’è chi non ci sta, non si fa complice, e lo sottolinea con la sua arte: “Non m’invitare al funerale della stagione andata male, ché seppelliscono le idee e tutto resta sempre uguale. E se ti chiedono di me, digli che non ricordi bene, forse mi hai lasciato sotto il sole sulla tomba di un mondo che muore, sulla crisi di una passione, di un Paese che non ha più nome”. Basterebbe questo testo lucido e impietoso a rendere imperdibile questo disco, ma gli altri nove brani, da “Sonia” a “Sulle rive del fiume”, disegnano il capolavoro di uno spirito libero che ogni volta sa unire e rinnovare le tradizioni del rock e della musica d’autore.
L’interpretazione è sempre intensa, la musica cucita addosso a quella voce sghemba e perfetta. Nuove collaborazioni di prestigio: produzione e arrangiamenti di Enrico Gabrielli, suoni curati da Tommaso Colliva, e i migliori nomi del panorama indipendente italiano, come Alessandro Grazian, Rodrigo D’Erasmo e Roberto Dellera, a coronare l’impareggiabilità e l’onestà artistica di Nada.
(David Drago)