Da Palermo un botta di vita sonora cantautorale che fa la sua comparsa rivoluzionaria tra i woofer annoiati di uno stereo giunto quasi al capolinea. È l’official su undici tracce Figli Di Nessuno de Le Formiche, compagine musicale che – senza presentarsi come dovrebbe convenire – si affiata e simpatizza in pochi giri con ascolti multipli, un viaggio corale di ballate, storie, audacie e “favole artistiche” che agganciano immediatamente l’attenzione e lo sfizio di chi ha la fortuna di imbattersi in queste “interpretazioni” d’eccellenza.
Il quartetto siculo esce alla grande, il loro raccontare la strada e la vita, le loro performance descrittive ed i loro personaggi veri e onirici fanno la parte grossa di questa tracklist, una convincente straordinarietà che concepisce dettagli, resa e densità intriganti che finiscono per rendersi materiale indelebile nell’ambito di una certa produzione alternativa, o per così dire, alternativa contemporanea; colori tendenti al terragnolo, filamenti tex-mex, caracollii mid-west, rock stradaiolo e fiati country scorrono tra le vene calde di queste atmosfere in bilico tra giorno e notte, sogni e fantasmi cantati in italiano, evidenziati da una dolce tensione d’insieme che accompagna verso una libertà dietro l’angolo.
Accostabili ai mondi dei GTO, alle cavalcate di Massimo Priviero, Le Formiche travolgono con la dolcezza impetuosa tutto sommata “amicona e confidenziale” di una carezza sabbiosa in faccia, vento e scapigliature controvento sono i simulacri virtuali di un mondo – il loro – che pensa anche al sociale e all’umano, e questo è il valore aggiunto che giustifica la brillantezza di questo disco, disco che arriva forse anche per far capottare certi luoghi comuni sulla società e sui suoi abitanti spesso inconsapevoli e “figli di nessuno”. Giuseppe La Formica voce/chitarra, Roberto Calabrese batteria, Carmelo Drago basso e Valerio Mina chitarra hanno come sfondo alle loro melodie la sensualità della verità semplice, quella che mette in piazza pulsazioni emotive senza peli sulla lingua, la disoccupazione “Non ho un lavoro”, le ballatone intime “Fortuna”, lo straordinario squarcio poetico di “Sam Cardinella” condannato a morte e giustiziato nel ’21 a Chicago, il dondolio agro di “Mio fratello” o il languido sliddato di “E’ la legge”, sono tutti pezzi di vetro smerigliato o grezzo che si conficcano nell’anima di chi sale su questo bel disco Made in Sud e che – senza far fatica alcuna – si fa eleggere come una delle cose più sfiziose e profonde di questo inizio 2014.
Le cicale underground cantano senza ritegno, ma Le Formiche gliele suonano come poche!
(Max Sannella)