A due anni di distanza dal disco d’esordio, “Polaroid”, che aveva fatto intravvedere le potenzialità di un’ottima pop band, tornano sulle scene i GianMariaVolontè e lo fanno con un disco raffinato, in cui l’unica pecca è forse l’eccessivo richiamo ai primi Baustelle, quelli del “Sussidiario”; d’altra parte ad aiutare la band lucana ci sono le tastiere di Fabrizio Massara, che proprio di quei primi Baustelle era parte integrante dal punto di vista compositivo.
Timidi segnali di vita dai tracciati di fine secolo è comunque un disco estremamente godibile, in cui le atmosfere retrò si coniugano ad elementi di attualità, soprattutto dal punto di vista testuale: a una “Greta Garbo” devastata dall’età si alternano immagini della striscia di Gaza (“Chat Roulette”), piuttosto che retrospettive a colori della storia italiana (“Rathaus Park”); quello che ne viene fuori è una pellicola cinematografica in musica, surreale e un po’ (troppo) adolescenziale, ma perfetta in questo 2013/14 in cui ormai perfino il surreale sembra plausibile. Quattordici pezzi di ottimo pop, in cui prevale il gusto per l’arrangiamento, per il dettaglio vintage, per “l’effetto pellicola”, su cui si innesta il ritratto efficace dell’ “Amore tossico” degli adolescenti, tanto attuale ma forse altrettanto immutabile nel tempo da poter essere raccontato con poche fulgide pennellate, tra “orgasmi radioattivi” e un “ti amo” pronunciato “tra anestetici e gas e onde elettriche e spray”. È questo il vero fulcro del disco dei GMV, quell’amore adolescenziale in cui si può perdersi, che compare prepotente in “Copertine estive” e ritorna nel primo singolo, “Angie”, in cui quel “non mi pensi mai” finale fa pensare ancora una volta ai Baustelle de “L’aeroplano” (“io ti amo, non ti penso mai”).
I dolori (e gli amori) del giovane Werther 2.0 sono narrati con raffinatezza e piacevolezza pop dalla band lucana, che, se riuscirà a “liberarsi” dello spettro di Bianconi & Co. sullo sfondo ha tutti i numeri per fare strada, come dimostra la comunque notevole e curata cifra stilistica di questo disco.
(Alessio Gallorini)
Gianmariavolonté, “Angie” from videodrome-XL on Vimeo.