È innegabile, la grande fioritura rock degli anni Novanta non ha mai sofferto solitudini, ancora fa scuola e – intendiamoci – non va a sopperire magistralmente ad una persistente mancanza di stimoli e nuovi vizi – solamente che le sue versioni soniche sono grancassa inestimabile ben oltre le mode e il tempo. La giovane arte dei sardi Sonnocolla, qui con l’official E.R.A., non è altro (e non è roba di poco conto credetemi) che il sustain elettrico di questo “tremendo temporale” di watt che ha segnato un’epoca, e la dolce e potente ormonalità di queste tracce è un istant mood che, oltre a sembrare uscito proprio nella decade d’oro, crea una piccola dipendenza d’ascolto.
La lezione dei Karma di Davide Moretti (“Bruceranno i giorni”, “Vertigini orizzontali”, “L’amore in letargo”, “Il gusto della ragione”) è presente epidermicamente in ogni angolo del registrato, quelle atmosfere convulse, epiche, quelle forme distorte cantautorali e poetiche che imperversano senza mai perdersi ma al contrario dandosi appuntamento dentro turbini riffati e cambi tempo zigrinati; ma non solo ispirazioni tricolori d’allora, anche fumigazioni oscure di lontani Soundgarden, A Perfect Circle tra le primarietà esplosive che rappresentano poi l’alta cifra stilistica ed estetica di questi Sonnocolla che – senza suonare mai tronfi – danno la netta sensazione, poi certificata – di essere tra le cose più interessanti e coese arrivate tra questi ultimi stracci 2013. Parole di penna ed eruttazioni grunge-stoner, psichedelica e ossessioni, lampi e schianti in una sequenza diabolicamente ben strutturata, una voce che goccia maledizioni desertiche e un insieme sonoro che conservano e rinnovano il fasto di certi capisaldi dilatati dentro le loro doloranti anime perverse e immacolate, tutte cose che i Sonnocolla trasudano e controllano come stimmate di sangue e di jack roventi.
Disco dai colori violacei, poi se ci si vuole riservare un squarcio di luce temporaneo basta sintonizzarsi con l’agrognola ballata Verdenica (“Nutrire un nulla apparente”), ma oramai presi dall’incontrollabile bellezza del resto già ascoltato, inizierete uno stalking spasmodico verso il tasto repeat, altra vittima innocente di questo passaggio turbolento, di questo disco vergognosamente vero.
(Max Sannella)