C’era una volta un duo di blackgazers francesi di nome Alcest i quali col tempo sono riusciti a ritagliarsi una bella fetta di mercato metal grazie alla commistione di frastuono applicato al black metal condizionato da eterei volteggi shoegaze (blackgaze, appunto). I due musicisti d’oltralpe sono riusciti a compiere un ulteriore passo avanti con il nuovo disco intitolato Shelter, in arrivo il 14 Gennaio su Prophecy, sgrassando la superficie nera e frastornante degli esordi riverniciandola con uno strato meno cupo, sempre rumoroso ma molto meno che in passato, grazie all’apporto in fase di produzione di Birgir Jón Birgisson (ti dicono nulla i Sigur Ros?) e ai featuring di Neil Halstand degli imperscrutabili Slowdive (nel brano “Away”) e alla sezione d’archi delle Amiina (ti dicono nulla i Sigur Ros?). Le canzoni del disco (“Riparo” in italiano) vengono descritte come “un luogo sicuro, che permette a tutti di evadere dalla realtà per un istante, di riunirsi con ciò che realmente siamo nel profondo. La via di fuga di Neige (frontman della band, ndr) è stata verso il mare, e tutte le canzoni del disco sono state ispirate e dedicate ad esso.”
La metafora sui colori e sulla riverniciatura del processo creativo del nuovo disco non è casuale, basta ascoltare e guardare il video del primo estratto, “Opale”, per capire quanto gli Alcest avevano voglia di smarcarsi dal genere musicale che loro stessi hanno contribuito a creare, saltando sulla scia dream (metal) tanto apprezzata anche nel primo album dei Palms, il risultato mostrato in questo inedio è affascinante.
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