Se fossero nati nei golden age dell’indie-noise. a stelle e strisce sarebbero stati sicuramente un motivo di innocente rivalità con i blasonati Sonic Youth, ma loro, gli umbri Tiger!Shit!Tiger!Tiger! di nuovo in circolazione con il disco Forever Young, anche se pregni di quel sound casinistico che prende gola e neuroni, proseguono comunque per la loro strada oramai matura e che sa farsi valere, pronta a competere oramai anche sul piano commerciale internazionale, gente che fa musica non tanto per farla ma per il gusto e l’occasione di non far rimpiangere – in uno straordinario incontro ravvicinato – Dei d’espressione ben più posizionati all’in su.
Dieci tracce (registrate in diretta) che finalmente vanno “in bolla” dopo ripetuti tiri d’aggiustamento e che ora suonano con uno spirito intero e forte dalla parte di quell’America indipendente e meravigliosamente “senza contratto” che permette di far esprimere al meglio l’idea e la possessione creativa di tanti musicisti; punto di congiunzione tra indie e noise riverberato, il gancio sonico del trio dei TSTT è una bella compressione opulenta di echi, schiamazzi chitarristici e tutta quella follia Youthiana che torna sul luogo del delitto in una maniera personalizzata, ancor più nebbiosa e goliardica. Immagini sonore a bassissima fedeltà accolgono l’ascolto e lo trafiggono al primo giro; probabilmente non sarà il disco ideale per nu metallers o occhialuti nerd da contrattacco, ma senz’altro un universo musicale dilaniante, distorto e politicamente scorretto che imperverserà tra i vostri sogni negati, tra i vostri deliri migliori.
Nevrosi al quadrato e la dolce febbre elettrica che consuma i coni stereo, tracce fuzzate come suonate da una stanza accanto, apice e gloria di pedaliere e pelli che rimandano a vicoli laidi e notti al metanolo puro, un registrato che – senza buttare nulla – ha i suoi migliori episodi nelle arrembate di “Gold age”, negli sferragliamenti protesi di “Feraless youth”, “Broken”, dentro melodia isoscele che tuona in “Rage”, il resto fa ricamo di lusso alternativo.
Sono qui per consegnarsi agli ascolti e per rispondere ad una voglia di “altro” che abbisogna come l’aria che si respira. Bentornati!
(Max Sannella)