Se consideriamo che i Marydolls hanno inciso questo disco (a spezzoni) nel corso degli ultimi due anni, verrebbe quasi da pensare che la scelta del titolo (La Calma) sia decisamente autobiografica. Registrato presso il Sotto il Mare Studio e masterizzato da Giovanni Ferliga (Aucan), l’album è stato pubblicato per conto della IndieBox e contiene undici canzoni prodotte dalla stessa band in collaborazione con Paolo Damiano (che compare – non solo – come arrangiatore).
Questo secondo lavoro, pubblicato a cinque anni di distanza dal precedente “Liquirizia-Brain”, si fa notare sin dalle prime note di “Non mi passa”, la traccia di apertura; ascoltarla è una specie di scossa che non lascia indifferenti e che continua anche con la successiva “Mi faccio a fette”. I più attenti, tra l’altro, noteranno in “Non mi passa” una citazione dall’opera “Also Sprach Zarathustra” di Richard Strauss (o, se preferite, da “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrik). Sono questi due brani iniziali, entrambi usciti come anticipazione del disco grazie ai video di Jobinski JJ, a dare un’idea ben precisa di quello che ci aspetta per quasi tutto il proseguo dell’album: un misto di grunge e alternative rock ben strutturato. Quindi, si potrebbe dire, la calma come ossimoro musicale. Nonostante alcuni passaggi un po’ sottotono (penso ai brani “A piedi nudi” e “A testa in giù”) il disco procede con energia e convinzione fino alla traccia finale, che vede la partecipazione degli archi di Nicola Manzan (Bologna Violenta), presente anche nel brano “Fatto in casa”. Da segnalare, inoltre, la ballata “Un altro me” che ha come ospite ancora Paolo Damiano all’hammond; è questo il brano scelto come primo singolo radiofonico.
Insomma, si direbbe che il trio bresciano composto da Paolo Morandi (voce, chitarra), da suo cugino Michele Bertoli (batteria) e da Lorenzo Toninelli (basso, cori) abbia speso al meglio questi cinque anni, trovando una giusta (e positiva) aggressività musicale che si accompagna a testi di critica anticonformista (“la brava gente così pulita, così elegante” da “Non mi passa”), di disagio (“sono un animale sono un’anima in più che non sa che fare” da “Animale”) e contro il consumismo (“la coscienza buona quella la compro con i soldi” da “Fatto in casa”). Risulta alquanto insolita (per il genere), e comunque azzeccata, la scelta musicale dei fiati (Giordano Sartoretti in “Non mi passa”) e degli archi (oltre a Manzan c’è anche il violoncello di Doriana Marinelli in “Luna”).
“La Calma” è un disco compatto, ben cantato, che si consiglia a tutti, non solo agli amanti del genere. Con la speranza che il prossimo disco non abbia altri cinque anni di gestazione.
(Marco Annicchiarico)