Io e la mia fotografa non siamo di quelle che vanno a festeggiare Halloween truccate di nero con le tarantole in faccia, ma questa sera qualcosa di spaventosamente interessante ci attraeva. Un’ottima line-up per l’evento “Halloween non esiste” organizzato al DaunTRoK! all’interno del Leoncavallo di Milano (se non ci siete ancora stati siete delle zucche marce) mi ha fatto dimenticare questa festa patetica e fatto apprezzare dell’ottima musica ed anche conoscere, ancora una volta, interessanti realtà musicali italiane, alla faccia di chi mi dice sempre “in Italia è tutto fermo”… o forse siete voi i primi ad esservi fermati?
L’ambiente è come sempre accogliente e sonoro di gente sparpagliata un po’ ovunque. Il DaunTRoK!, piccola struttura all’interno del cortile del Leoncavallo che prende il nome da TRoK!, l’interessante organizzazione eventi di musica underground anche della Cascina Torchiera, è già affollato: i primi ad iniziare sono i Rinunci a Satana? un duo chitarra/batteria che ci presentano i loro pezzi diretti di hardrock-prog acustico, molto immediati e convincenti, perfetti per riscaldare ancor più l’atmosfera.
Si prosegue con una affascinante cantautrice e compositrice romana, Lili Refrain, che passa con nonchalance attraverso il pubblico (probabilmente ancora ignaro di cosa accadrà) e la sua intraprendenza già mi colpisce mentre sale sul palco dove l’aspettano i suoi magici strumenti: un boa nero di piume, chitarre e campionatori.
Scopro subito quanto di personale ci sia nelle sue composizioni, Lili fa tutto da sola con grandissima grazia e disinvoltura, è la nostra strega ammaliatrice questa sera in particolare, che tramite l’uso di un campionatore ed un sequencer registra e riproduce pezzi di voce e chitarra registrati durante lo show, sovrapponendo strati di se, imprigionandoli e creando atmosfere uniche, presentandoci il suo ultimo album “Kawax” in uscita proprio il giorno seguente, una sorta di rock onirico dal sapore barocco; ottima la voce sia nel pulito che in quei sorprendenti ed interessanti tratti di lirico. Lo spettacolo dal sapore teatrale, rimane sempre toccante e termina con la nostra eroina che se ne va da dove era arrivata, passeggiandosela, proprio come una diva del passato.
È un po’ frastornante passare da quei soffici codini neri al sound duro come la terra d’inverno degli Zolle! Anche stavolta abbiamo un duo chitarra/batteria sorprendente, che trasuda tutta la passione del mondo, proponendoci il loro heavy rock aggressivo e massiccio con i pezzi del loro album omonimo che stasera mieterà sicuramente un sacco di nuovi affezionati, me compresa, travolgenti come un fiume in piena. Sembrano uniti da un cordone ombelicale fatto di sudore e adrenalina, percettibilissimo nell’aria, soprattutto dal carisma di Stefano, un batterista più appassionato e sorridente penso di non averlo mai visto! Divertente pensare a quanto loro stessi si stiano divertendo. Suonare con il cuore: lo state facendo nel modo giusto! Dopo la mietitrebbia sonora degli Zolle che ci ha rivoltato come un calzino, sono ancor più frastornata e deve ancora arrivare la ciliegina sulla torta che questa notte ci delizierà con un ospite speciale che non si può non riconoscere dalla sua Cigar Box. Dolcetto o scherzetto? Di certo qui non si scherza un cazzo.
Tra rose di plastica, pedaliere e cavi, vinili e cassette, salgono sul palco i miei amatissimi: un live dei Fuzz Orchestra è indubbiamente un’esperienza che consiglierei a chiunque, sono uno di quei gruppi che, nonostante le centinaia di date all’anno, le migliaia di km percorsi sulle loro spalle, amano immensamente quel che fanno e ne sono sempre ghiotti. Lo show comincia con “Il terrorista”, proseguendo con “Sangue”, “La proprietà”, “Il paese incantato”, “In verità vi dico”... tutti racchiusi nel loro ultimo vibrante lavoro Morire per la patria, brani pregni oltre che di fuzz anche di dilaganti passaggi sonori e campionature musical-cinematografiche che contraddistinguono da sempre lo stile Fuzz Orchestra. Tra i vinili lanciati sul palco da Fabio, come corpi stanchi che hanno dato tutto, arriva l’ospite che di nome fa Xabier Iriondo per un breve inserto in “Viene il vento”, in silenzio, con la sua ormai nota eleganza, anche lui contribuisce a questo grande evento. Nelle orecchie solo fuzz, nelle vene ancora fuzz, finisce tutto a fuzz e birra che vibra ancora nel bicchiere, nonostante sul palco siano già state spente le luci da un pezzo.
(Tiziana Salomoni)
Foto: Michela Lugaresi