Cinque tracce per un viaggio nel profondo dell’inferno, cinque tracce per assaggiare il cupo del buio e per radicare ben bene il proprio spirito “cattivo” tra le falde della fustigazione. La Danse Macabre è il debutto dei bolognesi Three Eyes Left, triade omogenea e compatta che suona e si muove come un varano in caccia di prede, un formidabile e pesante psich-stoner-sludge corazzato di doom che si distanzia immediatamente dalle putride e copiose falangi che emulano il genere, una potenza prepotente ricca di pathos e epicità che ha come obiettivo di catturare e rilasciare in aria il tremebondo effluvio di Kyuss, le melodia cupa di un Zakk Wylde e le tangenziali per la notti macabre Sabbathiane, e quello che ne viene fuori è un fenomenale contratto d’ascolto luciferino particolarmente evocativo.
Nebbie, sabbie, ipnotismi elettrici, deliri e rifrazioni, compressioni urticanti ed estremismi ben precisi sono le credenziali di questo cinque tracce che – cadenzando anthems e sangue pesto – lacerano e strappano dissonanze, visionarietà e disperazione, in un continuo andirivieni di onde magmatiche di tensione e ansia; un lavoro questo dei bolognesi che tra il nichilismo e la furia degli intenti, macina riffs dissonanti e da la carica a deflagrazioni, catartici momenti disarticolati e spazio a una fluidificante cascata di ritmiche di Botchiana memoria, il tutto per un ascolto che non sa di identità terrena, o perlomeno persa lungo il tragitto dolorante di un manifesto artistico – il loro – di apocalittica realtà.
Già come lascia intuire il cover-moniker del disco, la sensazione di assenzio e di intrigante è forte, una aggressione sonora che va a braccetto ad una certa attitudine provocatoria, rabbia e potenza sono frontali e sono già fattori indicativi di una lavoro discografico di ottima riuscita, e più che brutalità verrebbe da dire insanità in un prodotto sonico di maestosa personalità; i punti di forza del disco sono l’andatura a panzer di “Lord Of Underworld”, il doom Metallico (“The Devil Walks With Him”) e la lava incandescente che erutta la titletrack, quello che avviene prima è pura istigazione a delinquere sonora.
Una delle migliori uscite discografiche di questa prima tranche del 2013, garantito!
(Max Sannella)