Il titolo del nuovo singolo delle Cocorosie dice già tutto, “Child Bride”, “sposa bambina”, e i testi rincarano la dose raccontando il matrimonio tra una bambina ed un adulto (a 5 anni di età qualsiasi uomo è “vecchio”), come ne avvengono a centinaia in Europa (tra le comunità gipsy o nell’Est), o nei Paesi Asiatici: It’s hard to tell/This is my wedding night/I am dressed and ready/Despite my innocence/It is Hard to tell/Whose little girl am I/The man with the black hat/Will take me home tonight/I wash my body, five years grown/Promised father, leave me alone…
Eppure se a questi testi aggiungi delle immagini tutto diviene ancora più deflagrante. La preparazione della sposa aiutata dalla madre, cui è toccata anni prima la stessa sorte, l’angosciante attesa intrisa d’innocenza, la cerimonia ed il viaggio verso la nuova casa nella quale si diventerà donne e madri, dove terminerà per sempre la propria infanzia. La potenza del video diretto da Emma Freeman, solo una sensibilità femminile poteva dipingere così bene questa situazione, riesce ad arrivare laddove i soli versi della canzone si fermavano e la musica stemperava i toni della storia. Messi insieme, testi, musica e immagini, creano qualcosa di commovente, soprattutto nelle battute finali quando l’uomo e la bimba sono seduti sul letto, Il tempo si ferma, l’aria è immobile e asfissiante, e nella testa non può non ronzare un parola tremenda: pedofilia.
“Child Bride” è contenuta nel disco di recente pubblicazione “Tales of a GrassWidow’, di seguito c’è il video.